PALAZZINA ATER DA SGOMBERARE, MA GLI INQUILINI ANNUNCIANO BATTAGLIA LEGALE: “NON CI SONO LE CARTE”
Gli inquilini della palazzina Ater di via Aldo Moro a Sulmona sono sul piede di guerra dopo lo sgombero annunciato ieri mattina per interventi di messa in sicurezza a causa del presunto rischio di crollo dell’edificio. La situazione è degenerata quando il sindaco Gianfranco Di Piero, accompagnato dal comandante della polizia locale Domenico Giannetta e dal suo vice, ha fatto visita allo stabile comunicando l’imminente evacuazione.
Tuttavia, gli abitanti protestano sostenendo che non esistono documenti ufficiali che attestino la pericolosità dell’edificio. “Le carte che il sindaco aveva in mano erano solo quelle degli occupanti dello stabile”, ha spiegato Concezio Agostinelli, figlio di una degli inquilini, “nessuno ha mai fatto dei rilievi, quindi non c’è nessuna carta che certifica che il palazzo è a rischio crollo”.
Agostinelli ha poi rivelato che una segnalazione di una perdita d’acqua potabile, inviata all’Ater tramite due email, è rimasta senza risposta. “Un anno e mezzo fa un tecnico è venuto ma mi ha risposto bruscamente andando via perché, secondo lui, il problema non esiste. Tuttavia, è evidente che la perdita d’acqua ha abbassato il marciapiede e creato delle buche. Ho chiamato anche la Saca ma non è potuta intervenire perché la competenza per le case popolari è solo dell’Ater. Inoltre, qualche mese dopo la riapertura post-Covid sono venuti a fare prelievi e sondaggi per poter accedere al 110, ma non ci hanno fatto sapere più nulla”.
La palazzina ospita inquilini ultra 75enni che non intendono lasciare le loro case senza una valida giustificazione. “Se non ci mostreranno le carte che attestano il rischio crollo della struttura agiremo legalmente”, ha annunciato Agostinelli, “io personalmente mi rivolgerò alla Procura della Repubblica per far aprire un fascicolo. Non avendo una motivazione scritta dello sgombero, siamo pronti a far valere le ragioni degli inquilini portando avanti una battaglia legale”.
La situazione resta tesa, con gli inquilini determinati a difendere i propri diritti e chiedere chiarezza e trasparenza sulle reali condizioni dell’edificio.