TAVOLO TECNICO PER IL COGESA: CON UNA SCARPA E UNA CIABATTA

di Massimo Di Paolo – Francamente non volevamo tornare sull’argomento ma la tematica del Cogesa SpA e la correlazione tra tumori e la discarica di Noce Mattei a Sulmona restano argomenti non di sola cronaca ma di “Cultura”. Dinanzi all’analisi dei fatti si intravede la peggiore cultura meridionale: quella delle logge locali, dei poteri, della politica omertosa e collusiva. Ci ricorda quel “Ciclo dei Vinti” che Verga tratteggiava con una potenza tale da far vacillare ogni speranza. Ci ricorda che la nostra discarica rappresenta uno dei più potenti indotti della politica locale, si parla di 2000 voti certi: più forti della salute dei concittadini. Pari e superiore alle lottizzazioni dei posti del nostro vecchio ospedale “democristiano”. Ecco perché il “Ciclo dei Vinti”, ed ecco perché solo chiacchiere i tentativi di invertire il declino resistendo all’abbandono.

Dopo i recenti paradossi sulmonesi mi resta facile pensare che tra menzogne, pavidità, politica, comunicazione e propaganda ci sia affinità d’animo. Ciò che è avvenuto sulla pagina Facebook del primo cittadino del Comune di Sulmona conferma questo sospetto. 

Una premessa: le logiche dei social mostrano e mettono in evidenza prioritariamente contenuti “amici” e pagine a noi più vicine. Lo strumento dei social offre dei dormitori per il ragionamento basandosi, solo o prevalentemente, sulle eco delle voci di quelli che la pensano come noi. Quelli che per motivi diversi – la vicinanza al potere è tra i più diffusi — annuiscono. Sempre sui social, post fatti ad arte, rappresentano quei processi che reggono la notizia che si vuole fare arrivare, che strutturano la disinformazione in ogni campo e ultimamente, in modo evidente nella politica. L’informazione può essere alterata in diversi modi: usando verità di contorno e omettendo il nucleo portante del discorso, narrando solo una parte della questione, suggerendo esche emotive per creare stati d’animo piacevoli: di “avvicinamento e alleanza”. Se poi le bandieruole dei social sono rilanciate con enfasi, da editoriali partigiani acquisiscono ancora più forza. La politica, nella costruzione del messaggio, usa spesso manierismi che rispondono a processi di analisi semplificate; pochi concetti compressi, in grado di appiattire ogni riflessione e ogni richiesta di attenzione. Struttura condivisioni, crea applausi: esorcizza l’opacità, il giudizio, la negazione. In sostanza si “lava la faccia” per un rinnovato riconoscimento. Una rappresentazione ad hoc per servi e padroni. Senza contradditorio, senza alternative con qualche fioca reazione: meglio se in anonimato. Se si analizza il post citato, facilmente rintracciabile on-line, sorgono diverse perplessità: in sostanza la dice lunga. 

Nicoletta Verì e Gianfranco Di Piero

Leggiamo: “incontro importante nella sede dell’ARTA ABRUZZO” -importante certamente- ancora di più se fosse diventava un’opportunità per porre al centro la questione sanitaria, i sospetti, i rischi e la questione Sulmona con la diplomazia dei dorotei ma con la forza e il dovere della rappresentanza. 

Importante per strutturare e condividere una regia e una proposta forte, di sostanza che nasceva dalla Valle Peligna. Richieste non oboli. Non un agnello sacrificale pronto per essere sgozzato, ma un territorio che chiede cose straordinarie per un rischio straordinario: vero e accertato. “Sono stati ottenuti risultati concreti”: due, veri, utili ma non sufficienti. Una “cazzimma” sostanzialmente. Terreno non analizzato per estensione e profondità, mancanza di verifiche -effettuate da terzi- sull’impianto, indagini sui prodotti agricoli, verifica dei materiali importati e non differenziati; acque, forme e ruscelli per irrigazione. Chiusura per analisi e accertamenti urgenti -per ora, e solo per ora, con un protocollo semplificato – .  I fuochi da autocombustione possono dire tante cose e non solo, “fa caldo”!  Si è scritto: “Posso dire che sono stati ottenuti risultati concreti”. Ottenuti risultati concreti? Ma vogliamo scherzare? Questi due primi interventi -screening e monitoraggio della qualità dell’aria- se pur non sufficienti, sono atti dovuti caro Di Piero ci mancava che tornavi a casa con la bisaccia vuota. Il fatto è, che nella bisaccia di Sulmona, ci hanno messo solo le caramelle dolci e poca sostanza. Molto probabilmente l’intervento non sarà risolutivo e darà dati ambivalenti con perdita di altro tempo. Nel frattempo “la notte resta ancora nostra”, cosa accadrà? Il borbottare dei sapienti si alzerà sopra tutti e tutti diranno, tanto da camuffare ancora una volta la drammatica situazione che giace intatta da anni e che da anni poggia sulle spalle dei sulmonesi: a chi più e a chi meno. Con una particolarità che non va dimenticata, la “squadra in carica” aveva dato parola di risolvere tutto soprattutto nelle frazioni. Noi, nonostante tutto, lo speriamo ancora: le roi est mort, vive le roi!

 

4 thoughts on “TAVOLO TECNICO PER IL COGESA: CON UNA SCARPA E UNA CIABATTA

  • Ma Di Paolo dove sei stato ? Bravo complimenti avanti tuttaaaaa!!
    Analisi, spessore, stesso peso e stessa misura, un bel leggere.

  • La verità è che non si vuole prendere atto di una condizione che ha fatto comodo a tanti e che nessuno vuole perdere la gallina dalle uova d’oro!

  • Pensano già ad allargare la discarica !!!!!!
    Rendetevi conto voi con chi abbiamo a che fare !!!
    Il Cogesa è in bancarotta e senz’altro chiuderà presto in quanto ormai la discarica è anche colma.
    Continuano a farci manovrare dalla politica che così andrà ancora peggio.
    Nonostante tutte le informazioni e affermazioni di malefatte e malgoverno al Cogesa, niente è stato fatto o pianificato per sanare la situazione poiché le istituzioni non funzionano.
    Continuano così che daremo un bellissimo esempio e lascito alla prossima generazione di politici ed amministratori.

  • Francamente la CULTURA (da noi ancora) NON AMMAZZA, diversamente di cultura gattopardiana, il contado può esportarla in tutto il territorio; non solo meridionale ma internazionale, quasi da istituirne un premio anch’esso internazionale, anche un marchio IGP alla GNORANZA CULTURALE.
    Bene l’aver riconosciuto la valenza e potenza del VOTIFICIO LOCALE, che ora è lo specchio di quel “CICLO DEI VINTI” che non accettano la sconfitta, ma che continuano ad abusarne per i propri tornaconti e nel disprezzo di quella sotto cultura presente e alimentata.

    Sul post del Sindaco credo che che come si è inserito il titolo del post di FB, era corretto anche postarne il contenuto, così da averne un confronto diretto e non “viziato da una “cazzimma” artefatta e automaticamente smontabile dalla sua sola lettura”.

    E pensare che, forse, con una gestione oculata del servizio, il COGESA poteva continuare a essere un gioiello, invece ci è piaciuto FARE I GRANDI e questi i MESTI risultati propagandistici.

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