RISCHIO SICCITÀ E LAGHI SOTTO LA MEDIA IN CENTRO, LA SITUAZIONE PIÙ GRAVE IN ABRUZZO

Il Centro Italia è nella morsa della siccità come il Sud, con la situazione più grave in Abruzzo. Lo scrive l’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche. In Abruzzo, dopo un inverno con scarso innevamento sull’Appennino ed una primavera povera di pioggia, il rischio siccità è evidente. Dalle colline teatine alla costa pescarese, dalla Val Pescara fino al confine con le Marche, le precipitazioni nell’anno idrologico sono ai minimi. In Valle Peligna è cominciato il razionamento. L’invaso di Penne in provincia di Pescara contiene 3 milioni di metri cubi, contro gli 8 della media. In assenza di significative precipitazioni, già a luglio non ci sarà acqua per le campagne. Nelle Marche, a preoccupare è la condizione di siccità estrema in cui versano, dopo oltre un anno di piogge scarse, alcuni comuni costieri pesaresi ed i territori meridionali al confine con l’Abruzzo. Nel Lazio le portate fluviali risentono della mancanza degli apporti generati dallo scioglimento della neve in quota (nel bacino del Tevere: -30% in primavera, -76% in inverno) e del deficit pluviale (a Roma nel 2024 è piovuto il 16% in meno rispetto alla media del recente decennio). Il flusso in centro a Roma è al 50% della norma. Permane drammatica la condizione dei laghi laziali. Stessi problemi per il Trasimeno, che da oltre un anno è in costante decrescita. Anche l’Umbria soffre per la scarsità di precipitazioni: nel mese di maggio sono state inferiori di oltre il 25% alla media. Tra le regioni centrali, la condizione migliore è quella della Toscana. Qui comunque le portate dei fiumi Arno, Ombrone e Serchio sono scese sotto media. (ANSA).