COGESA: CHI DICE E CHI TACE
di Massimo Di Paolo – Era il 1804 quando Napoleone Bonaparte introdusse una serie di leggi per disciplinare la società civile. Il “Code civil” fu la prima grande opera di ingegneria sociale moderna. Con la rovina dell’impero anche i piani strutturali della società civile si decomposero. Per le controparti politiche, il fallimento rappresentava la loro vittoria. Non sapevano di non sapere come avrebbero sostituito quel codice, quale tipo di organizzazione civica avrebbero proposto in alternativa. In una italianuzza da piccolo cabotaggio, le leggi sono spesso soppiantate da usi per piccoli “castelli” ben lontani dai principi di uguaglianza e benessere collettivo. Uscendo dalla utile metafora napoleonica, i metodi per l’uso e l’abuso degli Enti sovracomunali sposta la questione su Sulmona. Cogesa S.p.A è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale dell’attuale maggioranza. Andava riformata la governance e i principi di pubblica utilità: si diceva. La gestione affaristica del “manovratore” andava abbattuta. Ma il “Codice”, le regole non si sapeva come sostituirle e fin da subito spuntarono ambiguità e contraddizioni. In quasi tre anni, tra i vecchi manierismi e le urlate velleità di cambiamento, l’attuale amministrazione ha optato per una terza via: un posto in più alla tavola della partecipata – con simpatia, ma tutti commensali – Dio avrà anche creato Sulmona nostra e la Valle Peligna, ma il diavolo ci ha messo il Cogesa. Le segreterie si sono riunite -come ai vecchi tempi- Sposetti con Di Piero, Gerosolimo mediatore, Margani con Di Benedetto. La cronaca: le ultime notizie sulla discarica e i tumori in valle hanno azzittito le fanfare e la memoria della morte è stata più forte. Per un attimo, solo per un attimo: poi il rumore del parolaio ha coperto l’allarme e ha riaperto il sipario.
La maggioranza della minoranza ha doverosamente dato il fiato ai segnali di pericolo arrivati da una relazione dell’Istituto Superiore di Sanità presentati sottovoce. Quando un valore, un numero è correlato ad una media, l’informazione è già di per sé un dato scientifico. I tumori, e in particolar modo alcune tipologie, sono troppi dalle nostre parti. Davanti ad allarmi seri, un Consiglio comunale risponde per riflesso e fa massa critica. Ma occorre un manovratore con al suo fianco un “angelo custode” che suggerisca apertura, ascolto e alleanza. Troppo per Sulmona. Abbiamo scelto, oggi come sempre, di stare con l’italianuzza del rimpiattino. D’altronde non si diventa coraggiosi improvvisamente – richiede genetica, esperienze, modelli di riferimento – e chi non ne ha mai avuti non può neppure riesumarli. Oggi rischiamo di fare la fine dei capponi del Manzoni ma si preferisce il traccheggio. Si preferisce l’arroccamento per difendere scelte che potrebbero trasformarsi in tragedia. Intanto alle Marane e zone limitrofe si trema per paura. Si dice che ci sarà il tavolo tecnico che sono stati coinvolti Tizio, Caio e Sempronio ma che non si può chiudere la discarica di Noce Mattei senza una comprovata motivazione fondata su certezze scientifiche. Può essere vero. Ma occorre guardare da vicino le cose come stanno. La condizione è molto seria e non può ancora concedere spazi a contrapposizioni politiche di basso profilo. Non ci sono e non potranno esserci vinti o vincitori c’è un territorio con una problematica complessa e delicata le cui derive sono imprevedibili allo stato attuale.
Gli approcci che stanno emergendo sono diversi. C’è chi non vuole “allarmare” per evitare danni collaterali e salvaguardare la facciata: polvere sotto il tappeto in sostanza. C’è chi preferisce un approccio da burocrate ricercando forme di coinvolgimento politico-istituzionali utili per dissipare responsabilità e posticipazione le decisioni. Chi invece vuole, avendo consapevolezza dei rischi e della imprevedibilità dell’evoluzione, mantenere in vista la crudezza della vicenda, proponendo interventi importanti, complessi e drammaticamente urgenti. Non servono certamente in questo momento il dileggio e le difese corporative. Intanto, di fatto, l’emergenza sanitaria c’è già. Il biomonitoraggio, per ricercare il nesso di causalità tra discarica e ricoveri, richiede tempo ma va avviato con uno stato di emergenza. Non sembra di “infangare l’amministrazione attraverso azioni di mero sciacallaggio” ma di rilevare un allarme sociale certo, accertato. E resta importante ricordare che se si parla dello stato di salute dei sulmonesi lo si deve a quel pensiero critico che ha posto domande, ha sollecitato azioni, a suggerito allarmi. La relazione dell’Istituto Superiore di Sanità che oggi esiste, è un documento importante correlato a quella pressione dovuta a un profondo e sentito senso civico che ha smosso le indolenze, le paure, le collusioni.
E su questa spinta che oggi si dovrebbe procedere per cambiare in meglio rompendo i confini e condividendo azioni. Tanto per iniziare ci sembra un atto dovuto verso la cittadinanza tutta, la denuncia formale da parte del Comune contro ignoti: la magistratura valuterà al di là della condizione giuridica già in essere. Appare opportuna chiedere una verifica straordinaria degli impianti, firmata dall’amministratore unico e dal direttore tecnico, con particolare riferimento ai processi di standardizzazione dello smaltimento, efficienza degli impianti e di tutte le fasi di controllo. Non tergiversare oltre per un sistema di controllo sistematico sui “materiali” che provengono da terzi per tipologia, differenziazione e quantità – con il coraggio di “stopparli” fin da subito se non idonei al di là degli accordi intercorsi –. Non appare dovuto un incontro pubblico con i vertici del Cogesa in Consiglio comunale? Ad alta voce e senza le note maschere del politichese? E perché rimandare quelle analisi urgenti, per conto dell’Ente comunale, sui prodotti ortofruttiferi e sulle acque delle campagne adiacenti la discarica? Non domani ma da oggi diffondere il documento ricevuto dall’ISS alla cittadinanza con l’apertura di uno sportello per assistenza e informazioni gestito dai Servizi sociali del Comune di Sulmona. E non per ultimo, avviare la “preparazione e la simulazione” per un piano di chiusura, a carattere di urgenza, della discarica di Noce Mattei per non trovarci impantanati e soprattutto colpevoli! Valutazione, costi, siti di accettazione, coperture economiche, procedure, tempistica, gruppo di lavoro. Idee che sembrano condivisibili, senza nulla togliere a quello che è in atto con la Regione e le altre Istituzioni. E soprattutto senza cavalcare nessuna forma di rivalsa, nessuna certezza, perchè i tumori non sono né di destra e né di sinistra. Ma, forse la verità è altra: il Cogesa non va toccato e con esso la filiera di interessi e collusioni che uniscono l’appalto della mensa scolastica, la cittadella della sicurezza, la villetta in via del tratturo, la scelta di un candidato sindaco.
Storia e analisi azzeccata ma anche sullo stato attuale . Molto interessante.
Vecchio e nuovo uguale per entrambi.
Sono molto d’accordo con la conclusione un sindaco adatto a un piano da attuare .
Come si è citato il Codice Napoleonico, nel “racconto” si poteva citare anche il registro dei tumori, così da essere “realmente attinenti” alla narrazione della cronistoria della realtà locale che, sempre per la “vera cronaca”, ha una data di partenza antecedente al documento dell’Istituto Superiore di Sanità.
Una mistificata cronaca quella raccontata, che non ha alcun riferimento con l’egemonia dell’Impero Napoleonico sull’Europa, forse tutt’al più a un più modesto “impero di vallata”, dove l’autoritarismo locale ha avuto la propria Waterloo; ERA IL 2021.
Una disfatta per la scriteriata gestione del Cogesa e la forzata modifica dello Statuto Societario; ERA IL 2018.
Dopodiché la Sant’Elena della città di Sulmona ci riporta alla triste realtà dei fatti; E’ L’OGGI.
Come al solito un approfondimento della pur complessa materia di livello che poco lascia all’immaginazione
Ma mai la crudezza della verità si impone come in questo caso.
Speriamo serva a smuovere le coscienze e far agire chi deve per la tutela della salute di tutti.
Massimo purtroppo il Cogesa e l’indotto alla “Politica” locale porta 2000 voti e credo proprio che siano molto più importanti della salute. Incredibile vero? Ma Sulmona e le sue “pecore” meritano questo e altro .