ENERGIA A CHILOMETRO ZERO: SI PUÒ CON LE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI

di Alfonso Fabrizi – Una Comunità Energetica è un soggetto giuridico di tipo cooperativistico i cui Soci hanno la titolarità e il controllo della gestione. Possono essere privati, piccole e medie imprese, Enti territoriali (tra cui i Comuni), terzo settore, protezione ambientale e altri. I due soggetti principali sono i produttori (Producer), (coloro che posseggono un impianto di produzione di energia rinnovabile) e i Consumatori (Consumer), coloro che non posseggono un impianto. All’interno della CER Producer e Consumer condividono l’energia prodotta. Il GSE contabilizza puntualmente la produzione e i consumi e quindi l’energia condivisa all’interno della CER.

I Produttori e i Consumatori che entrano volontariamente in una Comunità Energetica continuano a gestire autonomamente, senza vincolo alcuno, il rapporto con il proprio fornitore di corrente. L’energia condivisa viene incentivata e pagata all’Amministrazione della CER, la quale sulla base di un Regolamento approvato dall’Assemblea dei soci, ridistribuisce gli introiti agli associati in quota parte. Quali i vantaggi in una Comunità Energetica Rinnovabile? Il socio produttore ha il vantaggio di ricevere quota-parte dell’incentivo e di rientrare più velocemente dal proprio investimento. Il socio consumatore ha il vantaggio di ricevere quota-parte dell’incentivo, come premio per aver messo a disposizione i propri consumi.

I due soggetti cooperatori sono ugualmente indispensabili per generare l’incentivo. A questi si aggiungono altri vantaggi non meno importanti. Il miglioramento dell’impatto ambientale: con la produzione di energia da fonti rinnovabili si riducono le emissioni di CO2 e di altri gas inquinanti. La Transizione Ecologica ne riceve una forte beneficio; L’autoconsumo e la condivisione localmente (a km zero) alleggerisce i carichi elettrici della rete nazionale, si riducono i costi del trasporto (in Bolletta “oneri di sistema”) e riduce la dipendenza energetica dell’Italia dai fornitori delle fonti fossili come gas e petrolio.

energie rinnovabili

L’autoconsumo diffuso: contribuisce a metterci al riparo dagli eventi atmosferici straordinari, sempre più frequenti per effetto del cambiamento climatico in essere. Ci mette al riparo, per quello che riguarda le forniture elettriche, dai sommovimenti sociali e politici come le guerre in atto. Ci ricordiamo bene dell’aumento vertiginoso delle nostre Bollette all’inizio dell’invasione dell’Ukraina, ed ora la guerra in medio Oriente. La pubblicazione del D.M. 414/23 che rende operativa la Direttiva Europea RED II, ha determinato una spinta alla creazione delle CER anche nel nostro territorio.

Chi ha raccolto la sfida, per prima nella Valle Peligna e tra le prime in Abruzzo, è la storica Cooperativa Elettrica Peligna di Pratola. Quella della C.E.P. è una storia che vale la pena di essere raccontata sia pure per sommi capi. All’inizio del ‘900 nacque a Pratola u na Cooperativa Elettrica che per le caratteristiche e gli obiettivi può essere considerata una COMUNITA’ ENERGETICA “ante litteram” Dall’ATTO NOTARILE: “regnando Vittorio Emanuele Terzo per grazia di Dio e per volontà della nazione d’Italia, il 25 giugno millenovecentocinque in Pratola Peligna nel mio studio locale Portanuova innanzi a me Giustino Tedeschi fu Andrea notaio residente a Pratola Peligna iscritto presso il consiglio notarile del Distretto di Sulmona ed in presenza, hanno deliberato di costituire una società in Pratola Peligna associazione cooperativa di produzione e consumo, con la denominazione SOCIETA’ COOPERATIVA ELETTRICA PELIGNA allo scopo di produrre energia elettrica per l’illuminazione distribuendola ai soci ed altri.

Cooperativa elettrica peligna 1908

”Il fermento innovativo nella tecnica e nelle scienze, il diffondersi delle prime idee sociali di fine “800”, spinse un gruppo di “benestanti e intellettuali” Pratolani ad intraprendere un progetto allora “lungimirante”. Quello di Costruire una Centrale idroelettrica per portare la “luce elettrica” nelle case dei pratolani, dei contadini e delle numerose botteghe artigiane. L’iniziativa riscosse un notevole successo tra i paesani anche per il valore non elitario ma fortemente sociale dell’impresa. Già l’anno dopo, al 31 Dicembre 1906, i soci erano ben 315 con 516 quote sociali possedute. Negli anni successivi gli associati raggiunsero anche il numero di 7/800 unità, il servizio venne erogato a tutte le case del paese con una nuova linea elettrica dedicata. Intanto la costruzione della Centrale nel Fiume Velletta, progrediva speditamente. Il 01 Luglio 1908 venne inaugurata. Successivamente, sia pure con alterne vicende, la Cooperativa Elettrica Peligna è arrivata ai nostri giorni. attraversando due guerre mondiali, tra cui la distruzione completa nel 1944 dell’Opificio da parte dei tedeschi in ritirata (come la stazione di Sulmona). Il riavvio della produzione e distribuzione elettrica è avvenuta in soli 5 mesi.

Centrale restaurata nel 2008

Oggi sapremmo fare altrettanto? La Centrale, restaurata nel 2008, è ancora in funzione e immette l’energia prodotta nella rete nazionale. Oggi la Cooperativa Elettrica Peligna cambia pelle ma resta fedele alla sua storia, agli scopi cooperativistici, sociali e ambientali. Oggi la CEP ha dato vita e risorse (anche costruendo un impianto di 80 kW/p) alla nuova “Comunità Energetica Peligna”. L’autoconsumo diffuso, la condivisione dell’energia prodotta tra i produttori e i consumatori facenti parte di un determinato territorio era e resta il suo tratto distintivo. Una storia d’altri tempi attuale per i nostri giorni.