OPERAZIONE KEBAB, CONDANNA PER EX SINDACO PESCASSEROLI E ALTRI TRE

Maxi condanne da 4 a 7 anni di reclusione e multe da 80 mila a 350 mila euro sono state inflitte anche a quattro imputati del centro Abruzzo al termine del processo di primo grado, celebrato ieri davanti al tribunale di Pescara, per l’operazione “Kebab”. L’inchiesta del 2012 aveva smantellato una organizzazione criminale internazionale dedita all’ingresso clandestino di extracomunitari in Italia.

Il collegio del tribunale pescarese ha condannato complessivamente 32 imputati nel processo “Kebab”, accusati di immigrazione clandestina. Tra gli imputati, alcuni imprenditori dell’Alto Sangro, in particolare di Pescasseroli, sono stati riconosciuti colpevoli di aver fatto parte di un sistema che, tra il 2009 e il 2010, ha generato un giro d’affari di 6 milioni di euro grazie a false assunzioni per ottenere permessi di soggiorno. Gli immigrati, principalmente pakistani, pagavano cifre elevate all’organizzazione per ottenere questi permessi.

Cinque residenti di Pescasseroli sono finiti a processo, di cui quattro sono stati condannati ieri dal tribunale di Pescara e uno, Giovanni La Cesa, ĆØ stato assolto in un procedimento separato presso il tribunale dell’Aquila.

Le sentenze del tribunale di Pescara hanno visto l’imprenditore Benedetto Pistilli condannato a 7 anni di reclusione e a una multa di 86mila euro. L’ex sindaco Laudo La Cesa ha ricevuto una pena di 5 anni e 9 mesi di reclusione e una multa di 82mila euro. Marco Finamore e Cesidio Roselli sono stati condannati a 4 anni e mezzo di reclusione ciascuno, con multe rispettivamente di 280mila e 350mila euro. Pistilli e La Cesa sono stati inoltre interdetti perpetuamente dai pubblici uffici, mentre Finamore e Roselli sono stati interdetti per cinque anni.

L’organizzazione era gestita da capi di origine pakistana che reclutavano persone desiderose di entrare in Italia e, attraverso intermediari, contattavano imprenditori compiacenti disposti a fornire false assunzioni. Questi imprenditori ricevevano 3mila euro per ogni immigrato, mentre agli intermediari spettavano compensi variabili tra 150 e 1500 euro a pratica.

Gli extracomunitari pagavano fino a 12mila euro per ottenere il visto e completare la pratica. Una volta entrati in Italia, non si presentavano alla prefettura competente, sistemandosi invece presso parenti o dirigendosi in altri Paesi europei in attesa di sanatorie. Le indagini hanno rivelato circa 500 false assunzioni distribuite su piĆ¹ regioni italiane.

L’inchiesta ha avuto inizio da un’indagine su una lavanderia del pescarese e si ĆØ estesa in due anni di investigazioni condotte dalla procura di Pescara. Il ruolo dei residenti di Pescasseroli ĆØ stato relativamente marginale rispetto agli organizzatori principali, che hanno ricevuto pene molto piĆ¹ severe, fino a 20 anni e mezzo di reclusione e multe fino a 700mila euro.

L’operazione “Kebab” ha cosƬ svelato un sistema complesso e ben organizzato, evidenziando la vulnerabilitĆ  degli extracomunitari e l’implicazione di professionisti e imprenditori nella promozione dell’immigrazione clandestina.