IL LIBRO “LA SPORCA PACE” DI MARIO PIZZOLA ALL’EIRENEFEST DI ROMA

Sarà presentato all’EireneFest di Roma sabato 1° giugno il libro di Mario Pizzola “La Sporca Pace, la mia obiezione di coscienza”. EireneFest è il Festival del libro per la pace e la nonviolenza, giunto quest’anno alla terza edizione, che si tiene al quartiere San Lorenzo della capitale da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno.

Mario Pizzola nel febbraio 1971, insieme ad altri sette giovani, diede vita al primo rifiuto collettivo del servizio militare che, proseguito da altri gruppi di obiettori, portò nel dicembre del 1972 al riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza e alla nascita del Servizio Civile in Italia.

Nel libro, pubblicato da Multimage la casa editrice dei diritti umani, Pizzola ripercorre le tappe della sua scelta antimilitarista: dall’incontro con il filosofo Aldo Capitini, fondatore del Movimento Nonviolento, a quello con Marco Pannella e il Partito Radicale; dall’attivismo del Gruppo di Azione Pacifista fondato a Sulmona nel 1967 fino all’esperienza del carcere militare a Peschiera del Garda raccontata giorno per giorno dal diario scritto nella fortezza.

Il libro, però, non è solo un’opera memorialistica ma si proietta nella tragica realtà odierna che vede due grandi guerre incendiare il nostro pianeta. Nella sua dichiarazione di obiezione di coscienza Pizzola scriveva: “Io non credo che la guerra potrà mai cessare di essere un mezzo normale di risoluzione delle controversie internazionali fino a quando coloro che la fanno, o si preparano a farla, accetteranno di essere incasellati e di giocare passivamente il ruolo che altri hanno programmato per loro”.

“Oggi come ieri – egli afferma – il rifiuto del servizio militare e la disobbedienza civile nonviolenta è il mezzo più efficace per far crollare il gigante dai piedi di argilla che è il potere costituito. La risposta alla pazzia che sembra essersi impadronita delle menti dei governanti che stanno spingendo il mondo verso una nuova   guerra mondiale non può che essere la mobilitazione di massa. Tocca in primo luogo ai giovani agire per difendere il loro diritto ad avere un futuro. L’unica strada valida per far saltare i piani criminali di quanti hanno in mano le redini dell’umanità è quella del rifiuto, della ribellione e della diserzione. Facciamo nostro il messaggio che già nel ‘500 lanciava Etienne de La Boétie: Il tiranno – e oggi i capi di Stato – non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha il potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!”.