COME VANNO LE COSE

di Massimo Di Paolo – Si narra che nell’anno 129 a.C. un comandante romano in Asia, fece avvelenare i pozzi d’acqua. Si chiamava Manio Aquilio e con quel gesto macchiò l’onore delle armi romane. Immacolate fino ad allora e vincitrici sul campo, non attraverso atti di codardia ma di coraggio, ben riportati nei manuali di storia militare. Oggi “avvelenare i pozzi” è una metafora molto in uso nel dibattito politico. Utilizzato per lo più per accusare qualcuno di intorbidire, rendere falso il confronto per ottenere facili e imprevedibili vantaggi. Il pozzo della politica nostrana dove ci si dovrebbe dissetare attraverso un sano confronto, attraverso un guerreggiare di idee, progetti e principi, è stato avvelenato da molto tempo. Ora, non possiamo sapere se l’avvelenamento del clima politico sulmonese, vada attribuito ad una unica mano. Generalmente se ne trovano diverse camuffate dietro quella dell’untore di turno. Se osserviamo la funzionalità del Consiglio comunale, possiamo trovare le tracce del veleno che ha, di fatto, spento ogni evoluzione socio-politica della Città. La sostanza usata per l’avvelenamento è il “vuoto” che ha sostituito idee e progetti. Dante considerava i politici mediocri e oggi, osservando lo scenario di questi ultimi anni a Sulmona, ne avrebbe ben ragione. Quello su cui vorremmo insistere è il tema che tratta il mancato sviluppo e l’assenza di ogni forma di ripresa. È una sorta di enorme e camuffata questione morale che Andrea Scanzi direbbe “grande come una mucca nel corridoio”. 

Vittorio Masci, consiglio comunale Sulmona

Innanzitutto il vuoto da mancanza di dibattito, ha fatto perdere i contorni tra maggioranza e opposizione in Consiglio comunale. Tra assenze, alleanze e accordi taciti, i principi democratici sono stati abbandonati ed è quanto di peggio possa accadere in una Comunità. Se non si è in uno stato di guerra un Comune che perde l’opposizione vive una realtà omertosa. A fare vera opposizione restano i resistenti: pochi, impegnati e drammaticamente soli. Proietti, Di Rienzo, Nannarone una prefigurazione della zattera della Medusa, nel mare in tempesta, dipinto da Théodore Gérivault con una variante: le acque sono da calma piatta con aria stagnante. Il resto è cronaca: “Commissione Consiliare di controllo e garanzia” l’unica con funzioni e ruoli di presidente e vice presidente spettanti – giustamente — alla minoranza (Consiglieri Di Rocco e Masci). Da quanto ci risulta: mai riunita. Non è una sciocchezza. L’organismo sviluppa importanti compiti offrendo sia pareri che verifiche. Tra le tante funzioni, la più significativa resta il monitoraggio dell’operato della Giunta di governo. Ne controlla la coerenza con il programma di mandato deliberato dal Consiglio comunale. Allo stato attuale, per mancata convocazione, si vuole dire: occhio non vede cuore non duole.

“Casetta in Roncisvalle”

Votazione del bilancio: minoranza risicata per assenze strategiche e obsolescenza. Durante il dibattito per la mensa, per l’appezzamento della caserma, per la “casetta in Roncisvalle” ecc.   Fratelli d’Italia: evanescenti. Questione macchina amministrativa: ormai siamo al “liberi tutti” senza la minima possibilità di controllo, di innalzamento dell’efficienza o di bonifica. Un piano di sviluppo e di riordino da calare su Sulmona? Mai sollecitato.

Scavalcando gli argini dell’Isonzo lo spettacolo politico della maggioranza è da Caporetto. Il PD, da cui ci si aspettava una riapertura al territorio dopo le regionali, con l’abbandono dei cacicchi per un rinnovato impegno pubblico, ha perso i pezzi. Restano due i Consiglieri: Di Benedetto e Febbo – con La Gatta e Gerosolimo, di fatto, in quota Sindaco – il lacivitiano dà ancora le carte e il Consiglio del 31 maggio sarà da verifica politica.

D’Aloisio (M5S) Balassone (Sbic)

Il MoVimento 5 Stelle, naufragato con proposte improvvisate e con un rappresentante da primina. D’Aloisio era partito “alla grande” ricercando uno spazio per le sgambettate degli amici a quattro zampe poi, a occhi bassi, ha accettato il sacrificio dell’assessore Attilio D’Andrea. Oggi: rigorosamente down con qualche scheletrino nell’armadio. Meglio il compromesso, svuotato da ogni velleità rivoluzionaria pur di restare. Sbic, ha fatto man bassa alla faccia del bene “comune”: associazioni, affidamenti, vice sindaco, assessore, comunicazione e stampa. Le proposte sono pari al vuoto di cui sopra: tendente allo zero. Cosa resta: Elly Schlein direbbe “a Sulmona il silenzio degli innocenti”. Appunto, resta solo il silenzio retto dal perbenismo che tutela amicizie, accordi e rapporti professionali che suggeriscono di evitare veri ruoli da opposizione. Silenzio su una campagna elettorale conclusasi con un ritiro che assomiglia sempre più a una trattativa. Silenzio sulle scelte dei vertici gestionali del Cogesa: Sposetti per Margani pace e patta.  Il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno ma tutti hanno scelto di tenerla ben serrata e chiusa a Sulmona. E la politica, il confronto, la trasparenza, lo sviluppo? È tempo di grano maturo  ormai: tra non molto le “panzanelle” e gli ombrelloni ci renderanno apparentemente felici, senza farci pensare. 

One thought on “COME VANNO LE COSE

  • Con queste poesie non andrai da nessuna parte.
    Prova con una veramente chiara e profonda investigazione su alcuni dei soggetti menzionati, così potrai constatare che si meritano di essere dove sono.
    Non sono riusciti quando in maggioranza e di certo non riusciranno ora che hanno tradito e giocherellato futilmente.
    Insieme si può fare ma forse è troppo presto per Sulmona.

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