BLITZ DEI CARABINIERI A SULMONA, ARRESTATO 42ENNE CON 300 GRAMMI DI DROGA

Alle prime luci dell’alba di oggi, i carabinieri di Sulmona hanno messo a segno un nuovo blitz antidroga che ha portato all’arresto di Paolo Simone, 42 anni, residente in città. L’uomo, fermato durante la notte nell’ambito dei servizi di controllo del territorio, è stato sottoposto a perquisizione personale e domiciliare. Durante l’operazione, i carabinieri hanno rinvenuto un quantitativo significativo di sostanze stupefacenti: 140 grammi di cocaina e 160 grammi di hashish.

La droga, già pronta per essere immessa sul mercato locale, era accompagnata da bilancini di precisione e materiale per il confezionamento, segno evidente della sua destinazione allo spaccio. Il sostituto procuratore della Repubblica, Edoardo Mariotti, ha disposto l’immediato trasferimento del 42enne al carcere di massima sicurezza di Sulmona, dove resterà in attesa dell’udienza di convalida prevista per lunedì.

Questo arresto rappresenta un ulteriore successo nella lotta contro lo spaccio di droga da parte dei carabinieri di Sulmona. Solo nell’ultimo mese, i militari avevano già portato a termine operazioni analoghe che avevano condotto al fermo di un 33enne in possesso di 38 grammi di cocaina e di due cittadini pakistani trovati con cento grammi di hashish.

L’operazione di oggi conferma l’impegno incessante delle forze dell’ordine nella lotta al traffico di stupefacenti, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e la tranquillità della comunità locale.

Resta in carcere solo otto ore

La permanenza in carcere di Paolo Simone è stata breve, durata solo otto ore. Il giudice per le indagini preliminari, Francesca Pinacchio, ha infatti convalidato l’arresto in flagranza di reato e ha deciso per una misura cautelare meno restrittiva: gli arresti domiciliari.

Nel corso dell’udienza, Simone si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee, spiegando di essere un assuntore abituale di droghe. Il giudice Pinacchio, pur riconoscendo la solidità del quadro accusatorio, ha ritenuto più congrua la misura degli arresti domiciliari rispetto alla detenzione in carcere.