PACENTRO, AGGREDÌ E UCCISE L’EX SUOCERO: ERA INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE
“Al momento dei fatti era incapace di intendere e volere”: è la conclusione a cui è giunta Valeria Bianchini, il perito nominato dalla Procura, per accertare se se Stefano Marcaurelio 32enne di Pacentro, accusato di aver provocato la morte del genitore della sua ex fidanzata, fosse cosciente. Il perito ha messo nero su bianco la totale incapacità dell’imputato che ora sarà processato con rito abbreviato il prossimo 6 giugno. Il 32enne di Pacentro, era finito davanti al gup del tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, per la morte del macchinista di Trenitalia, Filippo Recchione con l’imputatazione di omicidio preterintenzionale. I fatti risalgono all’8 febbraio 2019 quando Marcaurelio, secondo l’accusa, in possesso delle chiavi d’appartamento, si era introdotto all’interno dell’abitazione del padre della sua ex e, dopo una breve discussione, lo aveva scaraventato a terra, provocandogli un trauma cranico. La vittima era stata rinvenuta esanime in casa e poi trasferita in ospedale. Circa due mesi di agonia, fino al 4 aprile 2019, quando Recchione morì in terapia intensiva per uno shock emorragico che i medici giudicarono compatibile con le botte ricevute. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe picchiato il macchinista perché avrebbe osteggiato la storia d’amore tra il 32enne e la figlia. Di contro, per l’avvocato Serafino Speranza, difensore di Stefano Marcaurelio, non ci sarebbe un nesso tra lesioni e decesso. La Procura ha chiesto una misura di sicurezza in una struttura per cinque anni.