IL VESCOVO RISCOPRA IL SAIO E LA BISACCIA, RIFARE IL TETTO DELLE CHIESE È UN DETTAGLIO
di Luigi Liberatore – Lo ha scritto l’Ansa, come dire che giornalisticamente, giusto per restare in argomento, è un riscontro ex cathedra. Il vescovo di Sulmona, Michele Fusco, al termine delle celebrazioni a Cocullo per San Domenico nel rito pagano dei serpari, ha avuto parole dure e risentite nei confronti delle autorità politiche e amministrative (non presenti) che secondo lui hanno dimenticato di occuparsi delle chiese dopo i terremoti del 2009 e del 2016. Cioè del rifacimento di tetti e mura perimetrali, ovvero della messa in sicurezza dei luoghi cristiani di culto. Almeno stando al virgolettato dell’Ansa, il vescovo avrebbe detto che molti sono esasperati e che quando c’è esasperazione possono arrivare risposte irrazionali. Personalmente sono rimasto un pochino turbato da quelle parole, che secondo me non rappresentano l’eloquio placido dell’uomo di chiesa, ma quelle incendiarie di chi sia votato alla rivoluzione. Tipo Che Guevara, ecco. Probabilmente nell’animo del vescovo di Sulmona, Fusco, ci sia l’irruenza del Cristo storico, tuttavia mi permetto di dire che prima di irritarsi per le inadempienze e i ritardi delle soprintendenze, volga lo sguardo verso le case popolari che aspettano da anni il rifacimento di un tetto colabrodo dove si consumano non solo drammi abitativi ma tragedie umane. Il vescovo e i suoi seguaci dovrebbero sentire la necessità di tornare a indossare il saio e la bisaccia per portare parole di conforto a quella gente che molto spesso trova pure sbarrato il portone della chiesa il cui tetto non cola. I nostri amministratori, lo sappiamo, non hanno riguardo né per i civili né per i religiosi. Le dure parole del vescovo di Sulmona, Fusco, hanno una ragione di fondatezza rivoluzionaria solo se accompagnate da una riscoperta del saio e della bisaccia per i deboli e i bisognosi. Il tetto di una chiesa può anche colare, ma è l’animo di un cristiano quello da curare se la stessa Chiesa vuole sopravvivere. Le Soprintendenze? Roba da ricchi…
“…tornare a indossare il saio e la bisaccia per portare parole di conforto…” . In parole del Papa dell’America Latina: “La Chiesa in uscita verso le periferie esistenziali”. La penna libera Luigi! BRAVO, come sempre.
Ma l’articolo sulla madonna della libera non te lo fanno fare ?
https://laliberta.info/2013/11/02/la-riflesione-chiese-o-case-conflitto-o-risorsa-limportanza-dei-beni-culturali-per-il-futuro-delle-nostre-comunita-dopo-il-sisma-criteri-per-la-ricostruzione-post-terremoto/
I copia e incolla servono: sono altre voci per capire. Qualcuno dovrebbe ascoltare , con la dovuta umiltà e il dovuto rispetto,la richiesta del Vescovo della nostra Diocesi .Ricca di storia da conservare, attraverso quel patrimonio che tale storia rappresenta .
Anche la comunità parrocchiale ha , però,il diritto di essere ascoltata con la stessa umiltà e lo stesso rispetto dal Vescovo.
Il giro dei parroci,non è stato un esempio di rispetto e di umiltà.
bene,le priorita’? Miliardi di dollari spesi per comprare il silenzio,pagare i danni/condanne delle responsabilita’ abusi/violenze sessuali,pedofilia,ecc,ecc,l’obolo di Pietro per cosa ? Piu’ di 1 miliardo 5/8 per mille ,i 5 miliardi delle imposte non pagate ? Gli immobili con canoni zero ? Le attivita’ commerciali tutte nessuna esclusa/hotel/B&B/ecc,ecc, che dice?Che fa?
Oltretutto la ricostruzione non e’ adeguata,corrispondente,congrua ai denari spesi piu’ di 12 miliardi,molto ma molto di piu’ di una ferita dolorosa,un offesa all’umanita’, e basta,o no?
Ottimo articolo di Luigi Liberatore, il Vescovo ed i suoi seguaci non si rendono conto del problema case fatiscenti i cui abitanti non riescono neanche ad arrivare a fine mese con la spesa alimentare mentre loro sono sempre presenti in tutte le manufestazioni ed inaugurazioni dove si mangia sempre.
Celestino V si starà rivoltando nella tomba !!!!
Molto sfacciato ed egoista il nostro vescovo.
Ci ha impoverito di tutto. Spero che vada via al più presto