BOMBE DI FUOCO E DI FUMO PER TUTELARE LA PRODUZIONE DI OLIO E DI VINO
Per tutelare il raccolto c’è chi è abituato ad affidarsi al fato, magari sperando in una corsa perfetta della Madonna che scappa in piazza nella domenica di Pasqua; chi spera nei contributi pubblici per essere risarcito e chi invece, si rimbocca le maniche alzandosi la mattina presto per evitare che il maltempo e le gelate danneggino irrimediabilmente il raccolto e l’annata. L’ondata di maltempo che sta interessando la Valle Peligna e l’intera regione in questi giorni, sta creando non pochi problemi agli agricoltori che non dormono sonni tranquilli tanto da essere costretti ad alzarsi tutte le mattine per cercare rimedi contro le bizze della natura e le basse temperature di questi giorni scese abbondantemente sotto le zero. Uno di questi è Marcello Della Valle, il giovane produttore del comprensorio peligno pluripremiato in campo nazionale e non solo, dal quale arriva la conferma che dietro i tanti risultati e premi raggiunti si nascondono anche tanti sacrifici.
Per contrastare le gelate di questi giorni e preservare le sue piante d’olivo e il raccolto, Della Valle si sta affidando alla saggezza dei suoi avi accendendo “bombe di fuoco” tra i suoi ulivi secolari. “L’ondata di freddo degli ultimi giorni, che arriva dopo in inverno dall’andamento altalenante rischia di compromettere la stagione olivicola in partenza”, spiega il giovane produttore di olio originario di Prezza. “E per contrastare i danni delle gelate, mi alzo presto, prima dell’alba, per accendere una serie di focolai nel mio uliveto a Prezza, con lo scopo di prevenire così la distruzione dei germogli. Un espediente che ci viene tramandato dalla saggezza dei nostri avi ed è fondamentale per la “mignola”. La mignolatura è una fase del ciclo vitale dell’Olivo, che va da marzo agli inizi di maggio, in cui si assiste alla comparsa dei germogli, raggruppati a forma di grappolo, detti mignoli. “Una volta gli agricoltori di notte si recavano in campo con i trattori”, aggiunge Della Valle, “usavano contro il freddo e le gelate, delle “bombe fumogene” per evitare che le vigne, gli uliveti e tutto il seminato si gelassero con drammatiche ripercussioni sul raccolto. E io sto facendo la stessa cosa”.