IL CAPITANO DEI CARABINIERI MEGLIO DI PADRE SEMERIA
di Luigi Liberatore – Scherza coi fanti ma lascia stare i santi, dice il proverbio. Almeno per me il proverbio andrebbe rovesciato perché sono pericolosi i fanti, non i santi. Ma che volete, io son fatto così e ogni vicenda, ogni evento stimola la mia curiosità di osservatore e non si ferma nemmeno davanti a una chiesa, come infatti è successo oggi pomeriggio. Non capita tutti i giorni vedere il capitano dei carabinieri a Castel di Sangro, Giuseppe Testa, salire il sagrato ed entrare in chiesa, ad ora del vespero e con la cartella sottobraccio, peraltro scortato da un altro militare. Ho fatto cattivi pensieri, per cui mi scuso coi santi, sicchè sono entrato ma non subito anche perché c’era il solito movimento di fedeli. Intuito iniziale pessimo il mio, ma interessante il seguito non fosse altro per la novità. Al centro della navata, solitamente occupato dal padrone di casa, non c’era il prete a ritmare le orazioni ma il capitano dei carabinieri che parlava ai fedeli quasi fosse il celebrante. Illustrava ai parrocchiani delle slide, per cui ho capito immediatamente la natura di quella strana “operazione”: stava facendo lezioni ai presenti di come evitare di essere truffati, quali fossero le tecniche utilizzate dai malfattori e di come muoversi in caso di disagi notturni o di strane telefonate. Svelato il mistero, quindi, di quella insolita riunione vespertina che a mio parere avrebbe avuto molto più successo di partecipazione se l’iniziativa si fosse tenuta in una delle tante sale di cui dispone il comune di Castel di Sangro. Beninteso, il significato della campagna non va messa in discussione ma anzi esaltata e maggiormente pubblicizzata, magari non in chiesa e a quell’ora anche se in questo caso ho pensato che fosse un atto di cortesia e di riguardo per gli anziani che non amano frequentare i circoli, il teatro o le sale della biblioteca. Ho atteso pure io che terminasse la lezione del capitano dei carabinieri di Castel di Sangro, apprezzando la sua capacità illustrativa ed il senso penetrante delle argomentazioni, trattate con garbo e gusto, con una oratoria che non sapeva assolutamente di predica e soprattutto di stellette. Stavamo in chiesa, e mi è venuto alla mente, mentre l’ufficiale parlava, un oratore famoso: padre Giovanni Semeria. Ho pensato che se il capitano dei carabinieri di Castel di Sangro dovesse smettere le stellette ha un avvenire da oratore e conferenziere. Infine ho la convinzione di non aver scherzato coi fanti ed ho lasciato stare i santi.