IL BARATTO
di Massimo Di Paolo – Questa rubrica non vuole far parte di quel “giornalismo militante” che agisce da grammofono secondo le direzioni del vento. Non si vuole neppure credere al clima da congiura che, leggendo bene i comunicati contro la Consigliera Nannarone, da parte delle rappresentanze politiche dell’Amministrazione, si potrebbe facilmente immaginare. Non viviamo una situazione idilliaca e se i discepoli, o gli occupanti di poltrone, vogliono far credere che Sulmona sia il paese di Bengodi si sta mentendo.
Ci sono gravità che non possono essere nascoste ed è lecito immaginarle e rappresentarle. Le collusioni e le ambivalenze tra ruoli, collocazioni politiche e professionali, qualità del dibattito e fatti, impongono il principio del dubbio soprattutto verso gli appartenenti ad una amministrazione che ha seminato ombre ed incertezze fin da subito. Questa riflessione non vuole rappresentare una posizione di ostracismo verso chicchessia e neppure vuole negare le poche cose significative che, in questi quasi tre anni si sono intravedute, ma certamente chi copre incarichi pubblici deve omettere qualsiasi condizione di ambiguità sia per un principio etico che per serenità personale. Se poi si vuol far credere che un appalto da assegnare alla società che ha sede nel proprio studio professionale sia cosa normale, o che l’azione prevista dal Ministero per l’individuazione del terreno per la caserma dei VVFF sia omissibile, o che esercitare un’azione, comunque di controllo, di un servizio erogato da una azienda alla cui dipendenza lavorano parenti e similari sia cosa trascurabile, il tutto in un regime di servizio pubblico: allora si vuole vendere lucciole per lanterne.
Quando un’amministrazione e i gruppi politici di riferimento, abbandonano il progetto elettorale tout court privando la propria azione, quando esiste, di una qualsiasi possibile connotazione politica: quale è la destra e quale è la sinistra in Consiglio comunale? Quando l’approccio clientelare torna a primeggiare su un palcoscenico eterogeneo di attori, quando zefiri sereni annunciano che un Sindaco di una coalizione di centro sinistra abbia potuto votare a dx o che sia stata prevista un’edulcorazione della minoranza attraverso una forma di baratto politico allora occorre moderare i toni, aprire una riflessione, verificare se è possibile ancora salvare qualcosa. Quando nei fatti una minoranza resta sguarnita di una buona parte dei propri membri, si presume per accordi sommersi, allora si sono abbandonati i principi democratici che reggono le Comunità. È quanto di peggio possa accadere aprendo la deriva verso forme omertose di reggenze amministrative.
Gli inglesi dicevano: “barter was the first form of trade in England” il baratto fu la prima forma di commercio in Inghilterra riferendosi anche alle transazioni politiche. Ma Alcide De Gasperi fu diverso Maestro per noi, con il suo “La politica come servizio” ci indicava altri approcci correlati alla giustizia sociale e soprattutto, all’etica della politica. Ci sono tante cose; molte cose da farsi perdonare dai cittadini di Sulmona, ombre nero fumo. Prima tra tutte la gestione degli enti sovracomunali intoccabili e affidati a garanti in cambio di una permanenza, serena, al governo della Città. Baratti su piatti ormai vuoti, l’inciucio lungo e preparato per tempo è avvenuto, equilibri e interessi ripristinati e tutelati: pace e patta. Sarebbe da sollevare un tema etico se non una questione morale a Sulmona altro che laboratorio di sinistra per l’Abruzzo. Ci piacerebbe tornare a parlarne con Elly Schlein, Michele Fina, Pierluigi Bersani, Giuseppe Conte con lo stesso nostro corregionale D’amico. Sperando di non trovare mai Sulmona nostra nelle condizioni politiche che caratterizzano in questi giorni Bari e Torino.
Intanto aspettando sempre qualcosa di sinistra, come Nanni Moretti insegna, viene in mente un film dal titolo: Ci vuole fegato!
Articolo interessante e di grande respiro. Immagine non adatta per presentarlo invece occorrerebbe che lo leggessero tutti !
Complimenti comunque. Ora però si capisce perchè ha preferito restare fuori anche dalla minoranza.
IL Prof ama parlar chiaro e mai come questa volta ha centrato tutte le contraddizioni di una Amministrazione che si regge con una maggioranza risicata determinata dall’ennesimo transfuga.
Dimenticati i programmi, lo spirito di quella coalizione, la missione che si era affidata proprio a questo Sindaco, che resta?
Il tirare a campare con mille compromessi, dubbi di comportamenti eticamente discutibili con i sospetti di scambi di favori che nulla hanno più a che fare con il “Bene Comune”.
Leggo tanto moralismo imperfetto nell’articolo!
Il baratto, nella sua estensione di definizione e applicazione è insito nella natura dell’uomo, dai primitivi fino ad oggi e come sarà anche domani.
Chi è colui non “aiuta” il prossimo suo e in special modo in politica e “a modo suo”?
https://www.ilpost.it/2023/09/24/ritorno-scuole-di-partito-politica/
Aggiungo che ormai la “politica” la fanno solo quelli che non sanno fare altro, quelli che cercano le scorciatoie, quelli che credono di essere furbi, più furbi degli altri e, questo decadimento della nobilissima arte della politica, è iniziato quando sono finiti i partiti, quando sono sparite le sezioni che erano “scuola” della politica quando, in nome del cambiamento, si è permesso a chicchessia di occupare le Istituzioni. La deriva morale è stata inevitabile.
Apparentemente questa è la democrazia applicata all’italiana.
Un esempio di completo fallimento politico amministrativo di cui noi cittadini siamo in qualche modo colpevoli.
Ormai non c’è più niente da fare che disintossicarsi il fegato finché si può.