DALLA STESSA PARTE MI TROVERAI

di Massimo Di Paolo Si dice che la destra malsana stia cercando di rompere la cupola di cristallo che proteggeva da anni, da decenni, il mondo della Cultura divenuta, per mutazione genetica post-fascista, cosa di sinistra: intoccabile e per sempre. Un gioco pericoloso di revisionismo che parte da Gennaro Sangiuliano per arrivare, cosa recente, al premio Strega. Culturali si nasce e modestamente lo nacquero avrebbe detto il principe De Curtis. In poche parole si tenta, con il nulla, di dire basta ad una egemonia diventata elemento caratterizzante la biografia della sinistra. Valentina Mira è una giovane scrittrice. Il suo “Dalla stessa parte mi troverai è stato selezionato per il Premio Strega 2024. La vicenda ha scatenato una feroce reazione di etichettamento, di rabbia, di offese per ogni parte e con ogni mezzo. Il contesto della narrazione è la strage del 7 gennaio 1978 in cui morirono due neofascisti e che portò in carcere Mario Scrocca militante di Lotta Continua che morì, a distanza di poche ore dall’arresto, con modalità poco chiare, tra le mura di una cella di Regina Coeli.

                                          Libri, Premio Strega e finalisti dell’edizione 2024

Oltre la narrazione l’accusa: di essere candidata, immeritatamente, al più importante premio letterario d’Italia. Un’accusa che vuole dichiarare tre cose: che il romanzo di Valentina Mira veicola un odio antifascista come responsabilità politica; che il Premio Strega non è nella realtà quello che si vuole fare apparire; l’alterazione della verità storica da parte di apparati di sinistra che controllano i prodotti culturali. A “Libri & Visioni” interessa invece sottolineare che le narrazioni non sono mai prive di un sistema di credenze, di modelli personali e di contesto e che pertanto a ogni lettore resta e spetta la scelta, il giudizio e il piacere di leggere ciò che si vuole. Mi piace però una dichiarazione articolata fatta sul premio Strega da Michele Serra che certo di destra non è.

La riporto per la parte essenziale: “Fui tra i giurati, per pochi mesi. mi telefonavano editori, amici degli editori, amici degli scrittori, amici di tutti questi amici, per chiedermi di votare per questa o per quello. Capii che non era necessario avere letto tutti quei libri, come ingenuamente credevo. Si partecipava a un gioco di società del mondo editoriale. Molti sembravano divertirsi molto, io non capivo bene in che cosa consistesse il divertimento è così che mi dimisi da giurato. E dunque non so dire quali siano i criteri di selezione dello Strega: non li ho capiti nemmeno quando ero tra i selezionatori, figuriamoci adesso”.