SI BRINDA PER LA CONFERMA DELLA SANITÀ ALLA VERÌ…ALLA SALUTE DI CHI?

di Luigi Liberatore – Non me la prendo col presidente della regione Marsilio, nemmeno coi giornalisti Rai del Tg3 Abruzzo che hanno presentato l’insediamento del consiglio regionale, dando immagini e recitando uno spartito di retorica sentimentale di quelli che siamo abituati a vedere di fronte ad un liceo all’uscita dei “quadri” alla maturità. Tanto di cappello al presidente della Regione, Marco Marsilio, uscito vincitore dalla competizione elettorale non tanto per suoi pregi (e ne possiede) quanto dei difetti della controparte a sinistra (ce ne sono di più); nessun inchino al giornalismo di regime che segue la soccombenza, che appartiene come necessità lavorativa al mai superato modello del padrone delle risaie con le mondine. Fin qui tutto normale. Qualcosa io avrei da dire, invece, sulla nomina del nuovo assessore alla Sanità della regione Abruzzo, che poi nuovo non è, in quanto si tratta di una conferma nell’esercizio di una funzione benchè la titolare del dicastero (non so se sia lecito definirlo così o congregazione) sia stata bocciata dall’elettorato tuttavia promossa da Marsilio. Se dobbiamo brindare alla salute della nomina ad assessore di Nicoletta Verì, facciamolo pure in ragione di un riconoscimento che va alla persona. D’accordo. Ma se dovessimo alzare i calici in riferimento ai risultati ottenuti in tema di sanità regionale negli ultimi cinque anni, allora dobbiamo dire che la riconferma della Verì alla Sanità abruzzese ci obbliga a sorseggi dal retrogusto amaro. La pigrizia e il limite ridotto della mia indagine fa sì che mi fermi all’analisi della condizione della sanità nel lembo estremo dell’Abruzzo, tra Altopiano delle Cinque Miglia e Altosangro, con risvolti che assorbono pure ambiti territoriali tra Parco nazionale e Alto Moliseche gravitano come bacino di utenza su Castel di Sangro.Bene, è un disastro. Quel bel presidio ospedaliero di Castel di Sangro è ridotto ad un cronicario, benchè all’interno ci siano risorse umane di grande pregio mortificate da una politica cieca, ottusa e perfino irridente sia con le stesse professionalità mediche e soprattutto con gli utenti. Non mi sembra che in altre Asl abruzzesi arrivino pazienti dalla Lombardia o dal Veneto, e che invece anche da quelle parti si fugge come qui dall’Altosangro verso il Nord per trovare una medicina dignitosa e rassicurante. Forse la rinominata Nicoletta Verì non c’entri nulla in tutto questo e che pure lei sia vittima di questa dolorosa, atavica e inarrestabile fuga;ma si aspettava che Marco Marsilio almeno in questo campo volesse dare un segnale di discontinuità per sollevare la stessa Nicoletta Verì da questo peso. Se è l’ora di brindare, facciamolo. Ma è sempre necessario sapere alla Salute…di chi!

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