LA SALA PROFESSORI

di Massimo Di Paolo – Di scuola se ne sente parlare tanto. Nella gran parte delle volte in modo improprio e per approssimazione.Ā  Anche la cinematografia ha temprato pellicole tra opere e omissioni. Elencazione giĆ  difficile partendo da Spasimo del 1946 di Ingmar Bergman fino a lā€™Attimo fuggente del 1989 con Robin Williams visto da tutte le scolaresche del mondo.Ā 

ā€œLa Sala Professoriā€ di Ilker Ƈatak, in proiezione in questi giorni, ĆØ cosa diversa: ĆØ unā€™opera di alto profilo che ha assunto una forza straordinaria per originalitĆ  e perfezione narrativa. Il film tratta leĀ  dinamiche scolastiche sconosciute ai piĆ¹; sorprendendo anche gli addetti ai lavori presentando significati nascosti, epifanie e contraddizioni.

Candidato agli Oscar come film internazionale, vincitore del German film awards, vincitore del 73Ā° film-festival di Berlino ha fatto incetta di critiche lusinghiere con una regia ed unaĀ  sceneggiatura dello stesso autore. Rappresentazioni diĀ  propaggini autobiografiche che hanno reso la narrazione sorprendentemente realistica.Ā 

Film drammatico che parla di scuola ma che dopo poco assume i ritmi e i nascondimenti di un thriller: ā€œfilm scolastico caricato a gialloā€. Da piccoli furti perpetrati da ignoti si dipana una storia di relazioni complesse mantenute da pregiudizi, cinismo, credenze e convinzioni. Il movimentoĀ  di personalitĆ  disfunzionali creano nel racconto la suspense,Ā  incrociando alleanze, contrapposizioni, bassezze e meschinitĆ . Le mura di una classe, che parlano a nome di ogni scuola del mondo, rappresentando liturgie comuni, diffuse e ovunque rintracciabili. Un istituto tedesco di scuola media che diventa contenitore, contesto e cornice di una narrazione che dipinge, rappresenta e racconta il conflitto in ogni sua parte e in ogni sua forma di mimetizzazione. La sala professori come centro e fulcro per evidenziare e giudicare un sistema educativo rigido, autoreferenziale, ripetitivo per funzionalitĆ , attribuzioni causali ed etichetta-menti. Film che mostra i limiti, gli abbandoni, tra cui quelli degli insegnanti schiacciati tra un sistema educativo familiare in evoluzione e la resistenza di una istituzione che non ha piĆ¹ strumenti per un contesto sociale mutato.Ā 

La scuola che non accetta il cambiamento e da luogo educativo e di convivenza civile diventa specchio di una societĆ  ipocrita, violenta, pervasa da condotte poco edificanti.Ā Storytelling psicologico che riesce a provocare e a coinvolgere, rappresentando la crisi di un sistema senza molta retorica e in modo crudo mettendo alla gogna i valori di chi osserva. La visione: ā€œobbligatoriaā€ per insegnanti personale scolastico e genitori.Ā 

Splendido nelle componenti tecniche e di recitazione. Leonie Benesch, nei panni di Carla insegnante motivata, passionale e drammaticamente sola, appare meravigliosa nella sua interpretazione.Ā 

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