L’AQUILA CAPITALE. SULMONA SOLO SPETTATRICE?

di Massimo Di Paolo – Multiculturalità, multiriproducibilità, multidisciplinarietà, multinaturalità, multitemporalità: non sono scioglilingua ma gli intendimenti che hanno dato il senso al progetto “L’Aquila città della Cultura 2026”. È mancata la miltitrasversalità e il multiwork in progress per fare l’en plein. Occorre essere contenti e partecipi anche se non sappiamo ancora, al di là delle note di presentazione, cosa sarà, come lo sarà e in che modo avverrà. Nonostante le sigle un po’ modaiole, un po’ vaghe, anche un filino velleitarie; certo che dobbiamo esserne contenti ma non solo. Tutti si chiedono: Sulmona avrà un ruolo o uno spazio? Ci sarà un ritorno economico, occupazionale, di immagine, di rilancio per la nostra Sulmona? E qui si aprono gli scenari che allo stato attuale sono fatti di commenti, scetticismo e, come sempre, di note di acredine verso L’Aquila matrigna. Il la lo ha formalizzato, sulla personale pagina fb, il Presidente del Consiglio comunale innescando una deriva di commenti alcuni non certo benevoli.  Pazienza se la nomina abbia risentito dei risultati delle elezioni regionali. Una ricompensa alla coalizione che ha volteggiato sulla città portando risultati straordinari per la destra. Dopo le battaglie e le guerre c’era sempre la spartizione del bottino. Il pregio della proposta e’ frutto di lavoro collegiale e professionale. La bellezza della città, la storia, la proiezione che ha avuto nella mente degli italiani a seguito del terremoto, il pregio dei territori, della natura, dei centri urbani limitrofi e delle micro-strutture urbane, l’hanno resa non secondaria tra le candidate. La scelta dell’Aquila, non può essere oggi appannata da ragionamenti radical chic o da masturbazioni mentali da intellettuali di categoria. Ruga, nonostante tutto ruga: che un governo di destra abbai portato in Abruzzo un risultato simile. Il primo sembra, di altri appuntamenti importanti già previsti che restano un’occasione da cogliere, anche per Sulmona, a piene mani senza se e senza ma. Non sarà facile per una Sulmona isolata politicamente, guerrafondaia, priva di strutture progettuali consolidate, ricca di individualismi, imbevuta di neo-classicismo lontano dalla managerialità che le iniziative culturali e gli eventi necessitano, priva di sperimentazioni di grande respiro –  evitiamo di ricordare il bimillenario ovidiano, lo spazio Ovidio e similari – poco avvezza alla contaminazione di idee, ostile al riconoscimento delle competenze, prigioniera di loggette di potere. Sarà difficile e ancora una volta si potrebbe restare prigionieri di capri espiatori pregiudizialmente ostili alla Città Capitale italiana della cultura per il 2026. Eppure il messaggio è già chiaro: “… un elemento intorno a cui ricostruire il tessuto sociale delle nostre comunità”. Una città multiverso capace di coinvolgere le realtà e i territori circostanti.

A pochi giorni dalle regionali in Abruzzo il titolo è stato assegnato proprio all’Aquila! Un caso solo un caso. Per “libri & Visioni” è medaglia al petto. Chi usa maldicenze occorre che taccia: tutti gli altri a lavorare fin da subito per tessere la tela.

15 thoughts on “L’AQUILA CAPITALE. SULMONA SOLO SPETTATRICE?

  • Temp ma sei sempre incazzato ?
    Ti hanno tolto o non dato quello che ti spettava?

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    • Larabbia, se del mio commento lei vi ha letto e compreso altro, vi ha capito ben poco.
      Provi a rileggere il tutto, iniziando dall’articolo, poi il mio commento e solo dopo commenti nuovamente.

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  • L’ennesimo articolo a fine “politico locale” mascherato da articolo culturale, e poi ci vengono a parlare di CULtura!!!
    L’articolista ha mancato e azzardo un “volutamente”, di indicare che il cosa ne sarà di Sulmona nel 2026 anno della Capitale italiana della cultura, dipende da ciò che le verrà assegnato dalla vincitrice.
    Per il momento “la città vincitrice sarà assegnataria di un contributo finanziario di un milione di euro per concretizzare gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura” (fonte MIC).
    Di certo al momento ci sono le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco aquilano: “Non riusciamo ancora a realizzare quanto accaduto. Quella dell’Aquila è stata, fin dal principio, una sfida condivisa: è stata ed è la candidatura di tutti noi, dei Comuni del Cratere con cui abbiamo condiviso gli sforzi, della Regione Abruzzo che ci ha sostenuto, delle città vicine che, in tempi diversi, hanno vissuto la nostra stessa crisi di sistema derivante da un sisma. Per questo ringrazio, in particolare, il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, l’assessore alla Cultura del Comune di Rieti, Letizia Rosati, e il primo cittadino di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti”.
    Vorrà dire poco e niente, ma già è una minima traccia di indirizzo!

    Chi usa “maldicenze” occorre che taccia!
    Sant’Agnese ci insegna per bene di chi stiamo parlando!

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  • Quando ci fu il raduno degli Alpini a L’Aquila Sulmona si riempì di Alpini sia la settimana prima che quella dopo perchè il gruppo ANA di Sulmona si fece promotore di diverse iniziative, l’ultimo gruppo, quello della Sardegna stette a Sulmona fino a 10 giorni dopo il raduno. Quindi adesso sta agli organi preposti a far si che Sulmona abbia il suo “ritorno”.

  • Mingaver o Minchiaver ….questo è il dilemma ….. con tutto il massimo rispetto per i defunti forse dovete ringraziare soltanto una cosa la faglia……eravate solo un paesotto..

  • Si voglia a scrivere e a spiegare !
    Ale: l’ ignoranza non si piega !

  • Sulmona è città di cultura di storia e di bellezza già di suo, senza necessità di raccomandazioni e nonostante la monnezza aquilana.

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    • …comunque sia il senso dell articolo Sulmona resta una bellissima cittadina amata e rispettata dai suoi cittadini. L Aquila merita amore attenzione e rispetto.

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    • Questa te la potevi risparmiare

  • Ebbene sì: Sulmona spettatrice. Che altro si vuole?

  • L’Aquila città della cultura fra due anni, Sulmona città della loro spazzatura da anni.
    Bella differenza ma ovviamente accettata dai nostri amministratori.

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