DIO PERDONA, I SOCIAL NO

di Luigi Liberatore – L’altra sera un prete, nel fare una manovra azzardata, ha provocato un incidente stradale fortunatamente senza vittime. Tanti danni alla sua auto con il prelato è stato prima soccorso e poi portato in ospedale per le lievi escoriazioni riportate. Per la cronaca spicciola, si sarebbe detto: nihil sub sole novi, benché fosse notte…Bene, nella immediatezza del ricovero abbiamo saputo chi fosse il Don, dove dicesse messa e dove avesse come inquilino la dimora per Dio Padre. Purtroppo, secondo prassi, pure il prete è stato sottoposto ai rituali accertamenti sanguigni, per cui è uscito fuori che fosse positivo alla droga. Apriti cielo, nel vero senso del termine, cosicché quel prete è finito nelle fauci dei social che lo hanno massacrato come Cristo in croce. Io ho ripreso una sola definizione che gli è stata accollata dai social: Don Escobar, assimilandolo a quel criminale colombiano della droga, Paolo Emilio Escobar. Non mi sono meravigliato dell’anonimo estensore dell’epiteto, unum ex quibus di quella macelleria sociale, ma a tutti vorrei dire il dolore, la tristezza e il disagio umano di dover o poter vivere in una solitudine estrema quando pure sia una chiesa, dove anche il dialogo con Cristo diventa un soliloquio. Anche per un prete non è sempre festa come quella della messa della domenica. I giorni a seguire si porta la croce. Qualcuno dirà: nessuno glielo ha imposto di fare il sacerdote e di recuperare le anime al Signore se fa poi uso di cocaina. La sua è una anima dannata come le nostre, come quelle ingiudicabili dei social che si ergono a censori dimenticando le loro debolezze. Vi sembra strano questo discorso per quel sacerdote? Non mi mette paura un giudizio negativo dal momento che la storia non mi fa paura e penso spesso a Giordano Bruno, al filosofo predicatore, intendiamoci, mica al giocatore della Lazio Bruno Giordano. Al sacerdote rimasto vittima dell’incidente, il quale nella immediatezza della sua azzardata manovra con l’auto ha ringraziato il Padre Eterno per averlo salvato per la seconda volta (è un reduce in questo senso), gli dico molto più prosaicamente di stare attento perché il diavolo questa volta ci ha messo la sua irrispettosa coda!  E siccome non sono credente ma velatamente complottista, stia alla larga. Almeno dalle auto.