DOSSIERAGGIO, LA PROCURA INDAGA SU PRESUNTE ACCUSE A GRAVINA

C’è anche una storia che riguarda il mondo nel calcio all’interno del caotico groviglio dell’indagine della procura di Perugia sugli accessi abusivi alle banche dati dell’Antimafia. I magistrati dell’ufficio inquirente di Roma hanno aperto un fascicolo sulle accuse raccolte sul presidente della Figc Gabriele Gravina, sulmonese di adozione. Il fascicolo è a modello 45, cioè al momento senza indagati e ipotesi di reato. L’indagine è all’attenzione dei magistrati capitolini in relazione ad una segnalazione, arrivata mesi fa dalla procura nazionale Antimafia, che avrebbe ad oggetto “presunte attività illecite poste in essere dal Gabriele Gravina”. Dell’esistenza di un procedimento a piazzale Clodio c’è riscontro nell’invito a comparire disposto dai pm umbri per il finanziere Pasquale Striano, il principale indagato dell’inchiesta della procura guidata da Raffaele Cantone. L’indagine riguarda circa 800 presunti accessi abusivi che il tenente delle Fiamme gialle è accusato di aver compiuto alle banche dati in uso alla Procura nazionale antimafia, dove era in servizio fino ad alcuni mesi fa. In particolare nella contestazione del reato di abuso d’ufficio nei confronti di Striano e del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, si afferma che i due in un atto “attestavano falsamente che le fonti di innesco dell’attività investigativa” erano “elementi informativi provenienti dalla procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti nell’ambito di proprie attività investigative” quando invece “l’origine dell’atto erano le informazioni ottenute” da altra persona “attraverso incontri promossi da Laudati e concordati da Striano nel maggio del 2022”. Quell’atto è stato poi trasmesso a Roma il 23 marzo 2023 e aveva ad oggetto una segnalazione per operazione sospetta (Sos). Era dunque un documento che serviva a giustificare l’apertura di un’indagine. Con questa “condotta” – scrive sempre la procura di Perugia – Striano e Laudati “favorivano intenzionalmente un danno a Gabriele Gravina” ipotizzando “attività illecite poste in essere dallo stesso” presidente della Figc. Su quest’ultimo aspetto sono in corso le verifiche dei magistrati romani. A riferire dell’indagine sono alcuni quotidiani e l’agenzia Ansa. In pratica Striano è accusato di avere estratto dalle banche dati del Sistema informativo valutario varie informazioni su personaggi legati al mondo del calcio: ci sono i nomi di Danilo Iervolino, presidente della Salernitana ed ex proprietario del settimanale L’Espresso, e di Marco Mezzaroma, cognato di Claudio Lotito con cui il presidente della Lazio ha condiviso l’esperienza alla guida della Salernitana. Tra le posizioni consultate, racconta La Verità, anche la Isg, società che si occupa di diritti delle trasmissioni sportive e quello di Chiara Faggi, legale della Lega Pro. I verbali racconti dai pm di Perugia sono stati trasmessi a Roma, dove è stata aperta un’indagine sulla compravendita di diritti televisivi calcistici: tra le questioni da verificare anche il bando del 2018 lanciato dalla Lega Pro all’epoca guidata da Gravina. Dunque, sempre secondo il quotidiano di Maurizio Belpietro, nonostante sia nato in maniera illecita alla fine il filone calcistico dell’indagine si sarebbe riempito di alcuni elementi. Su quelli lavora adesso il pm capitolino Giuseppe Cascini.

Fonte: Il Fatto Quotidiano