SE POTESSI AVERE CINQUE EURO AL MESE…

di Luigi Liberatore – Stasera al teatro-cinema Pacifico di Sulmona si confrontano Marco Marsilio, presidente uscente della Regione Abruzzo, e Luciano D’Amico, pretendente al “trono”. Ho ragioni e convinzioni di essere dalla parte di quest’ultimo, non foss’altro per questioni culturali e di appartenenza solidale in quanto difensore delle umiltà sociali; sarei tentato di andarci, tuttavia un sentimento popolare me lo impedisce. Io non so se siano stati loro ad accordarsi sulle modalità e le scelte del confronto e non mi urta nemmeno la decisione della sede del dibattito che peraltro avrebbe meritato ben altri attori: il teatro Pacifico. Tuttavia ho provato un senso di disgusto al solo pensare che per accedere in sala sia necessario versare, anche col pos, cinque euro per sentirli. Ma chi sono per essere pagati? A nessuno potrà interessare cosa io stia dicendo, ma per ascoltare un tempo non troppo lontano Amintore Fanfani, oppure Enrico Berlinguer, come Moro e Pajetta, oppure Natalino Di Giannantonio e Giuseppe Bolino, giusto per restare nelle piazze di Sulmona, non si doveva pagare un lira. Anzi, si dovevano affrontare sacrifici per sentirli parlare senza versare soldi. Guardate, sono allibito che stasera si debbano cacciare cinque euro per Marsilio e D’Amico, e non m’importa sapere che fine faccia l’incasso se devoluto in beneficenza o finisca per corroborare la giornata dei giornalisti mediatori. Marsilio ha avuto per cinque anni il privilegio di esercitare il potere in assoluta vigenza, alla stregua di un proconsole e sappiamo pure di chi. Un mandarino, insomma. Dopo un quinquennio chiede, ed ottiene, un confronto con l’avversario a condizioni che sia il popolo a pagare. Guardate, non mi  sarei mai aspettato che il professor Luciano D’Amico potesse accettare il confronto a pagamento seppur al calduccio di un cinema. Avrei scelto la piazza, come si addice a noi, al popolo cioè, soprattutto per il tema da trattare. Mica siamo al tour delle vedette della musica pop star?  Le cose tuttavia seguono questa strada, e gettare le colpe su di loro mi sembra pure un pochino ingiusto. Ne abbiamo pure noi, purtroppo!

5 thoughts on “SE POTESSI AVERE CINQUE EURO AL MESE…

  • in Campania o in Sicilia avrebbero pagato me, con 50 euro, per avere il voto.

  • La soluzione è tutta in una parola: FINANZIAMENTO.
    Nei comizi politici della Repubblica Italiana vi sono delle spese vive da sostenere, e i cordoni della borsa sono stati sempre aperti dai finanziamenti a “vario titolo”, vuoi tessere, elargizioni amicali più o meno “conosciute”, “addirittura” anticipo dai propri fondi dei candidati, questi ultimi ovviamente rientrati successivamente con un interesse anche qui più o meno legale.
    Quindi perché vederla come una cosa strana e fuori dagli schemi?
    Solo perché sono I POLITICI che non fanno pagare ma che forse pagano?
    Ma non sono loro quelli che hanno organizzato l’evento, loro sono i beneficiari di questo incontro.
    E se Sulmona, e chi per essa e va detto e riconosciuto a chiare note è riuscita a catalizzare l’attenzione dei 2 aspiranti Presidenti di Regione, è perché LORO hanno bisogno anche di questa piccola (e che purtroppo continua a essere sempre più piccola) fetta di elettori “marginali” di un “territorio marginale”, che può essere decisivo per la vittoria finale.
    QUESTO È, e tutti lo sappiamo!
    Se vuoi e puoi esserne partecipe in prima persona, ti rechi e sarai il benvenuto, altrimenti l’informazione arriverà successivamente e ne potete esser certi che così sarà.
    Ma una fonte di verità FORSE c’è: infatti sono certo che anche gli altri incontri politici che si stanno svolgendo in questi ultimi giorni di campagna politica abbiano delle spese vive, e i partecipanti di questi eventi sicuramente non pagheranno alcun ingresso, perché già barattato con la “calpestata dignità del bisogno”, che purtroppo fa ancora breccia in tanti cuori malati locali, e che viene ampiamente sfruttata dai politici senza scrupoli.
    ANCHE QUESTO È, e tutti lo sappiamo!

    Cosa ne pensate cittadini elettori, preferiamo pagare il biglietto della libera visione giudizio? O quello della imposta calpestata dignità?
    Non è forse giunta l’ora di spezzare questa “nociva politica” per noi e per le future generazioni (sempre meno) e che ci vede sempre soccombere e con l’aggravante di esserne consapevoli artefici?

    VOTIAMO, VOTIAMO, VOTIAMO…

  • in effetti, in un periodo in cui la gente deserta le urne, per cui, secondo la legge del mercato, la domanda lascia a desiderare rispetto all’offerta, pagare un biglietto, come se l’incontro fra aspiranti governatori della nostra regione fosse un intrattenimento, induce a pensare… Non è certo “roba”, per esempio, per i giovani disoccupati, che hanno al massimo ancora la paghetta per il gelato o la pizza al taglio da consumare, nel migliori dei casi, in compagnia dei pari
    … Può essere stata una scelta logistica, per contenere i posti in sala? Oppure la politica sia diventata ormai roba da elite o per pochi, di chi è veramente “interessato” o ruffiano, perché “coinvolto”…
    Però c’è anche da dire che può essere seguita anche su una TV privata. Allora la TV risulta certamente più popolare di un cinema-teatro… Se non fosse chiaro, in ogni caso, siamo una società del capitale, in cui le relazioni sono sempre più e solo economiche… e forse meno umane

  • È giusto che paghino se no non crederanno a cosa dicono.

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