IL TRENO LANCIANO-CASTEL DI SANGRO, COME NEL FILM CASSANDRA CROSSING
di Luigi Liberatore – Il titolo è sicuramente provocatorio, ma all’epilogo del film mi ha condotto l’annuncio diffuso dalla Regione Abruzzo secondo cui in primavera vedremo sfrecciare di nuovo sulla tratta ferroviaria Lanciano-Castel di Sangro le mitiche carrozze della Sangritana. Bella l’evocazione, anche per romantici come chi scrive ancora legato a quel convoglio spartano che trasportava, senza connotazioni culturali, studenti tra l’aquilano e il chietino mischiati a pendolari di ogni condizione, contadini e animali da cortile.
Fa sensazione ed è perfino accattivante la promessa lanciata dalla Destra, se non ci fosse un piccolo dettaglio di mezzo: la reale situazione che impedisce di pensare a un ritorno della Sangritana lungo una tratta purtroppo irrecuperabile. Ci hanno detto che sono state addirittura acquistate nuove carrozze, le hanno pure mostrate con quei sedili foderati di similpelle rossa che richiamano i convogli del mitico West: è facile spendere soldi pubblici senza avere prima una strada (binari) su cui avviarle. E’ superfluo dire che siamo di fronte a una spudorata messinscena pre-elettorale organizzata dalla Regione, da questa destra senza ritegno, perché basta farsi un giro in “volo” o anche a piedi e rendersi conto di ciò che resta di quella ferrovia. A voler essere pure ottimisti e creduloni non ci sono né i tempi e soprattutto le risorse disponibili per far rivivere quella strada ferrata. Pensate che ci sarebbe da ricostruire perfino un ponte su cui si adagiano, ossidati, spauriti e malfermi i binari della vecchia tratta ferroviaria. Ecco perché ci è tornato alla memoria il finale del film Cassandra Crossing, similitudine solo scenografica di un fine corsa per un treno senza prospettive. Perché allora evocare scenari fantastici se chilometri e chilometri di massicciate sono da rifare, migliaia di traversine da sostituire e procedere a una bonifica del tracciato abbandonato da quasi una trentina di anni, sepolto e “rubato” da una rigogliosa quanto vigorosa vegetazione? La regione Abruzzo e i suoi “Fratelli” non hanno remore a far sfoggio di illusionismo, mi chiedo tuttavia se qualcuno della opposizione si sia accorto di questo “deragliamento” e se non avverta la necessità di denunciarla come una boutade. Pronto a fare pubblica ammenda, tuttavia mi è proprio impossibile immaginare a un ritorno della “Sangritana”. Soprattutto in primavera…
Sicuramente per quanto riguarda la ferrovia sangritana la situazione è quella da lei descritta.
Ma gli annunci di cui lei parla (treni turistici,ecc.)non si riferiscono alla tratta storica sangritana, bensì alla volontà di effettuare treni turistici su rete RFI. A cominciare dalle tratte interne abruzzesi.
Lo scorso anno furono svolti alcune corse dalla costa fin al parco “velino-sirente”.
Infine ricordo che è stato deciso di trasformare la tratta San vito Lanciato vecchia,in pista ciclabile.