EREDITÀ CONTESA A PRATOLA, DISPOSTA NUOVA PERIZIA SULLE CARTE
Si dovrà svolgere una nuova perizia sulle carte raccolte fino a questo momento. Lo ha deciso il gip del tribunale di Sulmona, Marco Billi, che ha affidato a Mario Di Napoli ila consulenza tecnica tesa a fare chiarezza sull’ intricata vicenda giudiziaria che si è sviluppata attorno alla consistente eredità di Anita Vallera, l’anziana deceduta nei mesi scorsi a Pratola Peligna. Ieri mattina in tribunale si è presentato anche il legale del fratello dell’anziana che chiedeva di essere ammesso in qualità di persona offesa. Richiesta che il GIP ha però rigettato. L’esito della perizia sarà consegnato entro il prossimo mese di maggio. Una vicenda, quella legata all’eredità della Vallera, che sta appassionando un intero paese e che vede almeno cinque persone in lotta per mettere le mani sul sostanzioso bottino che supererebbe, tra contanti e beni immobili, il milione di euro. Il filone principale dell’inchiesta vede indagate cinque persone per circonvenzione d’incapace. Si tratta dei nipoti della Vallera. L’accusa è legata alla “distrazione” di ben 450 mila euro dal conto della donna ma per gli avvocati difensori si tratterebbe di bonifici regolarmente effettuati dall’anziana. A dare il via all’inchiesta è stata la denuncia della vicina di casa della 90enne che era stata nominata erede universale davanti al notaio. La stessa finita poi sotto inchiesta per l’estratto conto che avrebbe effettuato con il bancomat dell’anziana per verificare i movimenti effettuati e la consistenza del conto stesso. In totale sono quattro i fascicoli aperti dalla procura. La magistratura, finora, ha sequestrato la cospicua somma dai conti correnti degli indagati più un testamento olografo che aveva ottenuto uno dei nipoti dell’anziana e che, attualmente, risulta l’ultimo e quindi potenzialmente legalmente valido, rispetto a tutti quelli sottoscritti in precedenza dall’anziana, tra cui quello della vicina di casa.
Spesso dietro le eredità cospicue e dietro i testamenti olografi estorti alle povere vittime inconsapevoli si celano le nefandezze peggiori, ad opera artefatta di chi le compie. Il tutto viene poi coperto dai diritti alla privacy di chi si è appropriato ingiustamente di beni altrui.