REGIONALI 2024: AI CANDIDATI

di Massimo Di Paolo – Sulmona è ormai una piccola cittadina a cui si vuole bene ma sembra destinata ad assumere nel tempo dimensioni, demografia, servizi e consuetudini da paesone da un giorno e via. Una sorta di terra di confine per l’Abruzzo. Occorrerebbe una riprogettazione, una strategia per ostacolare quella sorta di deriva che si è purtroppo innescata da diverso tempo ma che sembra non aggredibile con quello che abbiamo. D’altronde, come è noto, il “cambiamento” a Sulmona ha un domicilio incerto e la Città non è particolarmente incline a fare rivoluzioni di sorta. Per dirla con Leo Longanesi: “La rivoluzione non si può fare perché ci conosciamo tutti”. Si potrebbe parlare della “anomalia sulmonese” come un altro dei volti ricorrenti nei dibattiti o nei saloni di molti critici e commentatori. Certo, l’impegno dichiarato da molti nelle campagne elettorali abbiamo imparato a sentirlo come ventilata promessa regolarmente disattesa. A conoscersi, a non calpestarsi i piedi, sono in modo particolare i portatori di interesse, i podestà locali presi dalla difesa di privilegi, potere e collocazione sociale. È cosa antica, non recente; è la nostra storia che lo dichiara. L’eccezione sulmonese si sta rivelando ancora una volta con l’avvicinamento alle prossime regionali e, come da molto accade, le Amministrazioni in carica non sanno svolgere funzioni di coagulo; nel tentativo di creare l’opportunità di avere un rappresentante regionale forte e rappresentativo. E anche capace. Edward Banfield, alla fine degli anni cinquanta, introdusse la categoria del “familismo amorale” che condiziona l’evoluzione dei territori, lo sviluppo e il benessere paritetico: accessibile a tutti. 

Campagna elettorale fiacca proprio perché familiare e dinastica, privo di sangue nuovo, tanti amici tanti conoscenti. Si arringa ma con bisbiglio, senza contrapposizione, senza dire; sommessamente. Uno slogan, un’idea, una sorpresa e nulla più. Sui social ormai siamo al motto di spirito ben lontani da riflessioni qualificate, contenuti e metodi. Nebbia bassa che non fa distinguere i candidati per proposte, capacità e per l’impegno con cui vorranno rappresentarci. Gli incontri, nelle sedi elettorali e in qualche cena, senza brivido ma ricchi di buoni propositi. I capi bastone in ordine sparso a caccia di voti dividendo il territorio con geometrie variabili. Al di là di tematiche ridondanti e comuni nulla si è detto sulla Scuola abruzzese, le politiche giovanili e del lavoro, la povertà educativa, le disuguaglianze, le diversità, il fine vita, i morti sul lavoro (l’Abruzzo per il 2023 la regione con il maggiore incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022). Porca miseria candidati nostri; forza! Incontriamoci diciamoci le verità. Diciamoci che ormai i giovani abruzzesi e peligni e sulmonesi vivono un divario di opportunità di partenza. Che si è tornati di nuovo ad una questione di classe, di genere, di territorio di siloniana memoria. Diciamoci che occorrerebbe avere la forza di rompere quel familismo amorale che fa migrare da Sulmona i più svantaggiati e diteci quale impegno volete prendere!

2 thoughts on “REGIONALI 2024: AI CANDIDATI

  • Bravissimo,
    un articolo valido per tutte le stagioni, le passate (si poteva e doveva tirar fuori prima e chissà se) e le future (speriamo di non leggerlo), commentandolo a fine articolo con il più classico e pleonastico dei commenti nelle migliori famiglie del territorio:”Te lo avevo detto”.

  • Finalmente un bel articolo!!!!
    Bravo continua così a smascherare l’apatia e invogliare i privilegiati rimasti a svegliarsi.
    E non dimenticare la discarica Cogesa e l’avvelenamento dell’ambiente e dei cittadini.

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