PROTESTA AGRICOLTORI IN ALTO SANGRO: SEGNALE PER IL GOVERNO
Circa cinquanta trattori agricoli hanno sfilato questa mattina sull’Altopiano delle Cinquemiglia dai diversi paesi dell’Alto Sangro: bandiere e striscioni di protesta hanno accompagnato il corteo che ha rallentato il traffico veicolare. Sul posto si è reso necessario l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Castel Di Sangro e della polizia per la gestione della viabilità. Gli imprenditori agricoli si sono poi radunati nel piazzale della ‘Vecchia Pesa’. “Siamo cinquanta aziende agricole, tutte relativamente giovani. Questo è un segnale per il governo. Che futuro vogliamo dare al nostro comparto”- si chiedono gli agricoltori che continuano a protestare contro l’applicazione delle accise sui carburanti agricoli, la riforma della Politica agricola comune (Pac), l’applicazione Irpef e sui tagli al settore che “stanno mettendo in evidenza la mancanza di attenzione e risposte da parte di chi avrebbe dovuto tutelare chi lavora e produce prodotti tipici del territorio”.
Riflessione.
Che vi sia una notevole disparità di grandezza è certo, e anche per questo non va limitato il diritto alla contestazione, che lo si ritenga valido o meno, come per ogni categoria lavorativa.
Il rischio (o il progetto) e’ quello della cancellazione dell’indipendenza “anche” di questa categoria seppur marginale a suo dire, per ottenere un controllo totale sulla produzione e distribuzione.
Gli effetti potrebbero essere i più catastrofici, innescando una crisi alimentare globale, complice la ormai sempre meno creduta crisi del riscaldamento globale e chissà, affiancandola da una inondazione di cavallette voraci o altro dal simile effetto di ridurne notevolmente le scorte disponibili.
E con la fame globale, l’assoggettamento totale della popolazione vincerà a mani basse, ancor di più di quanto abbia già testimoniato e fatto il virus farlocco.
La crisi alimentare è l’asso nella manica e anche se la guerra è già persa, c’è chi resiste orgogliosamente fattivamente, anche per le proprie tasche, come d’altronde ciascuno di noi per i propri interessi.
Giusto, ma il mondo è cambiato. I trattori (con le rate ancora da pagare) che sfilano sono piccoli, inferiori a 200 hp ed il paragone è lo stesso di quando perdemmo la guerra con i carri M13/40 od M 14/41 da 140 hp ,in nord Africa, contro i carri americani M 4 Sherman da 400 hp oppure M 10 da 750 hp.
I trattori agricoli attuali CASE QUADTRAC o NEWHOLLAND T9 hanno una potenza di 750 hp come il carro armato M10, e nella competizione commerciale globale vincono, perché sono impiegati h24 in sterminate pianure (senza particelle o centri abitati) da grandissime aziende che riescono a produrre ed a fare arrivare in tutti i porti del pianeta derrate strategiche ad un prezzo base notevolmente inferiore a quello dei coltivatori diretti italiani a Km zero.
La agricoltura italiana è soltanto un illusione politica perché il mercato è globale, e non da adesso ma da quando gli USA riuscivano ad esportare il grano nel mediterraneo a basso costo perché gli schiavi non li pagava, mandando in crisi già da allora la economia siciliana che si basava lo stesso sulla produzione di cereali e,,,i mietitori li doveva pagare perché la schiavitù nel Regno di Napoli era illegale.