SULMONA: IL CERCHIO TRAGICO DELLE CANDIDATURE
di Massimo di Paolo – Ieri la segretaria del PD Elly Schiein ha aperto la campagna elettorale in Abruzzo con un tour marsicano che meglio non poteva essere. Contatti scelti e strategici, ricchi di simbologia di sinistra e plaudenti per l’attenzione ricevuta. Inizio ad Aielli, il paese dei murales con gigantografia e foto della Costituzione italiana, poi l’ospedale di Tagliacozzo ai limiti della chiusura, gli agricoltori del fucino, il centro antiviolenza con 90 donne assistite e l’apoteosi nella sala del Castello medioevale Orsini-Colonna di Avezzano. Elly, con il candidato Presidente D’amico, a volo radente su tutte le tematiche più calde ma con poca centratura sull’Abruzzo e sulle aree interne. Sulmona fuori; non era prevista. La Valle Peligna e il cuore della montagna abruzzese che si apre dalle sue periferie non rintracciabile. La Marsica comanda in questo periodo di tentativi di rinascita del Pd per tanti motivi, non ultimo la presenza del tesoriere nazionale Pd Michele Fina. E d’altronde la condizione pre-elettorale abruzzese potrebbe fare da laboratorio sperimentale per la nuova scuola di sinistra. Il campo largo, si diceva da molto tempo in Italia, si conforma e diventa cosa concreta con Luciano D’Amico alle regionali del 10 marzo in Abruzzo. Sperimentazione di difficile attuazione, allo stato attuale, per le altre regioni comprese le candidate per giugno 2024. PD, +Europa, M5S, Azione e Italia Viva costituiscono il modello politico ideale ricercato, richiesto e sperato da molti. Si crea la prima simulazione elettorale in quella officina che torna a riattivarsi in un Abruzzo dopo un lungo periodo di disorientamento e disattivazione dei partiti di sinistra. Anche a Sulmona emerge un dato nuovo, sempre sul versante politico di sinistra, che è passato sotto-silenzio. Dopo molto tempo i circoli del Pd territoriale sembrano uniti nell’esprimere convergenza sul sindaco di Pacentro Guido Angelilli. Però come spesso è avvenuto nei costumi del Pd locale tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.Qui entra in gioco l’elettorato, la maturità e il senso civico dell’erogatore di consenso. La destra ha collocato altri profili sul territorio. Donne, donne, donne! Sembrerebbe che la Valle Peligna possa trovare speranza e chiavi risolutive alla drammatica situazione socio-economica attingendo alle risorse del mondo femminile che offre in questa campagna per le regionali del 2024 un parterre di candidate ampio, poco eterogeneo e abbastanza scontato e sembra ancora numericamente in crescita fino alla presentazione delle liste che correranno. Qualche incertezza generale sorge e anche qualche perplessità. Anche se questa volta al femminile, ancora una routine elettorale già nota e vista negli anni passati con una polverizzazione del voto, una mancanza di adesione a un progetto territoriale e ad una alleanza di merito e di rappresentanza forte e coagulante i voti da ogni parte, di ogni territorio, di ogni borgo. È la vanità nascosta degli animi poveri che emerge dalle candidature e dai calderoni delle aspettative personali, che trovano nel “gatto e la volpe” dei partiti e dei gruppi politici, l’illusione di una autorealizzazione senza colpo ferire. Intonavano i Queen “the show must go on”. Lo spettacolo deve continuare e così anche questa volta vinceranno i forti piuttosto che i capaci e i giusti. Perdere al femminile per il nostro territorio potrà essere più elegante ma non sarà di consolazione. Certo che il tam-tam campale della città ha aperto le scommesse. Diverse le ipotesi ma il mare è ancora aperto e le correnti rendono difficile la rotta delle concorrenti. Già si evidenziano difficoltà impreviste, giuramenti saltati, patti traditi, riposizionamenti in corner per salvare il salvabile. Infine chi sarà e quale sarà la rappresentanza in regione per il nostro territorio? Che forza potrà avere? Quale alfabeto di competenze e di potere potrà gestire? Sicuramente a molti di noi, dopo aver assistito all’insipienza di vecchie nostre rappresentanze regionali verrebbe da dire citando Clark Gable in Via col vento: Francamente me ne infischio.
Temp! Bravo hai fatto un’ottima sintesi e soprattutto vera.
Il “primo tragico” è che il territorio ha numeri di residenti inferiori alle altre zone e quindi siamo già “perdenti in partenza” per un rapporto di rappresentatività politica.
Il “secondo tragico” è che non vi è compattezza politica per il bene del territorio, ma per se stessi e le numerose candidature lo dimostrano ampiamente.
Il “terzo tragico” ma andrebbe classificato come il “primo in assoluto” è che tutte le sconfitte inflitte sul territorio e il suo declino non hanno insegnato nulla ne ai politici ne agli elettori del territorio e non se ne vede modo di uscirne fuori per “cattiva abitudinarietà”.
con ste teste..gloriose sinistrorse…,la DESTRA vincerà in eterno…bravi bravi sempre cosi…Forza Marsilio…
I troppi candidati e la conseguente dispersione dei voti segneranno definitivamente il destino della Valle Peligna che difficilmente riuscirà ad eleggere propri rappresentanti.
E’ l’ennesimo autogol..non impareremo mai.
Desolazione totale.
Persa la speranza di una rappresentanza territoriale forte, autorevole che pure nel passato si era riusciti a costruire nel centrosinistra per tentare di convogliare il maggior numero di consensi possibile sul territorio Peligno, ci si è asserviti al ras di turno. Questa volta marsicano, con la promessa di qualche futuro sgabello probabilmente, in cambio di candidature farsa….
Era una perdita di tempo e lo è ancora!!!!
Non sanno governare un borgo figuriamoci città e
province/regioni !!!!
È l’ennesima prova del fallimento politico amministrativo
l’ennesimo giro di boa !!!!
Ambiente e salute che perdono come al solito.
… almeno per il momento le carote sembrano interessare più
il “ conducător “ della sinistra… e in considerazione dei trascorsi giovanili in completa agiatezza, consiglierei di passare due/tre settimane a dare una mano nei campi nei momenti di semina e raccolta, così tanto per capirne meglio la filiera… così tanto per capirci e intenderci sul “ Concetto” di saperci fare e capirci qualcosa… a valere solo sulle “ altre “ però.
E continuano a scrivere e raccontarci le loro “ poesie”…
A noi restano solo le carote caro Di Paolo come è giusto che sia! Se vogliamo dirla tutta le signore peligne candidate cosa potrebbero fare? Il nulla ! Cosa sanno fare cosa offrono più o meno tutte? Specchi per allodole, per visibilità per sistemazione altro che la risoluzione della situazione socio economica come spesso lei la chiama