DISTRUSSE LA SUA AUTO CONTRO UN CAPRIOLO, IL TRIBUNALE CONDANNA LA REGIONE A RISARCIRE L’AUTOMOBILISTA

Non vi fu alcuna imprudenza da parte del conducente  ma l’incidente è da addebitare alla mancanza di adeguata segnaletica sulla strada e a un sistema di recinzione o dissuasione ottica. È quanto stabilito dal giudice del Tribunale dell’Aquila, Baldovino De Sensi, che ha respinto il ricorso presentato dalla Regione Abruzzo per un incidente  causato da un capriolo.
La Regione è stata condannata anche a pagare le spese di giudizio liquidate in 1500 euro. La Regione aveva proposto ricorso alla sentenza del giudice di pace che aveva dato ragione ad un 52 enne di origine straniera, residente a Sulmona, difeso dall’avvocato Gianluca Lanciano, per l’incidente che lo aveva visto protagonista il 10 ottobre 2017. L’uomo era a bordo della sua Mitsubishi e stava percorrendo la strada tra Raiano e Pratola Peligna, quando un capriolo sbucato improvvisamente dalla vegetazione, gli ha tagliato la strada. L’urto è stato inevitabile. L’animale rimase ucciso e l’auto andò distrutta. Sul posto sono intervenuti  i Carabinieri di Sulmona per i rilievi di rito. Il malcapitato automobilista inoltrò la richiesta di risarcimento a Provincia e Regione fino a quando, non ricevendo risposta alcuna, si era ritrovato costretto a rivolgersi al giudice si pace. Il magistrato, tenendo conto della documentazione fotografica e della relazione dei militari, aveva riconosciuto la condotta colpevole della Regione. Tuttavia l’ente, non soddisfatto dell’esito del procedimento, ha impugnato la sentenza ottenendo un’altra condanna. “Nel giudizio di primo grado è stato prodotto il verbale dei Carabinieri della stazione di Sulmona, intervenuti subito dopo il sinistro, che dimostra che l’appellato ha rispettato le regole del codice della strada e comunque di prudenza in quanto non soltanto non risulta mossa allo stesso alcuna contestazione, ma nella descrizione della dinamica del sinistro non si rinviene alcun elemento o circostanza che possa far pensare ad una guida non rispettosa delle predette regole”, scrive il giudice confermando l’indirizzo che i tribunali hanno assunto già da qualche anno  sui numerosi incidenti causati  dalla fauna selvatica e finiti, anche negli ultimi giorni, alla ribalta delle cronache con il cervo ucciso da un’auto andata distrutta, nei pressi della casa cantoniera di Pettorano sul Gizio.