E LE STELLE STANNO A GUARDARE
di Massimo di Paolo – “La splendida Sulmona ha solo bisogno di qualcuno che, una volta per tutte, decida di credere in lei investendo sul suo talento naturale che la fa brillare di luce propria; di qualcuno capace di dare seguito ad un destino annunciato, ma non ancora realizzato”. Così scriveva Emilia in un post di commento al pezzo dell’ultimo numero della rassegna “Strumenti & Parole”. Bello e romantico. Ha fatto pensare a un passo del vecchio ma noto romanzo -E le stelle stanno a guardare- di Archibald Cronin. C’erano i sognatori e c’erano i cattivi. I conflitti civili, sociali e il bisogno intimo e profondo di evolvere.
Di primo acchito, è sembrato che quel qualcuno che doveva aiutarci ad evolvere, a investire su Sulmona era stato trovato. Mancava l’atto finale l’abbraccio del Principe che risvegliava Biancaneve con un bacio. E lì le cose si sono messe male. Il bacio non era consensuale. Mancava l’accordo.
Doveva essere una grande occasione di sviluppo e di trasformazione della città. Una rappresentazione dichiarata, illuminata che occorreva trasformare in modellistica, progetti attuativi e cambiamento. Trasformando in sostanza le dichiarazioni e i proclami. Ma molte promesse esplicitate nei dibattiti e negli incontri politici si sono rivelati aleatori. È passato molto tempo e molti gli accadimenti avvenuti che non ricuciremo in questa occasione. Sembra, con l’avvicinarsi del Santo Natale, che tutto sia tornato normale. Tra luminarie e pensieri di auguri non si trovano tracce di quello che è successo in politica in questi ultimi mesi; un nettare terapeutico ha curato e ripristinato ideali e azioni. Sembra che il “destino annunciato” di Sulmona stia lievitando, pronto per sbocciare, giorno più giorno meno. Le idee, le riforme, le infrastrutture, i servizi, sono in lista di attesa codificate in un programma di mandato chiaro, condiviso ed evidente per i veggenti. Truffaldino ed evanescente per i più. La nuova giunta è in fase di riscaldamento avanzato ormai. Siamo tutti certi che non recederà sui piani strategici (sic) già impostati e in continuità con la precedente. Sentito il “portatore d’acqua” dovrebbe essere facile assai. Poi ci sono piccole note di promemoria che gli assessori devono saper affrontare nello stesso tempo: la pulizia, il decoro –ai minimi storici– la manutenzione, i trasporti, il degrado diffuso nel centro storico e nei quartieri perimetrali, la movida che è tornata ingovernabile con i gestori dei locali che hanno appeso al chiodo ordinanze e piano acustico. La vecchia questione della –cacca e della pipì– degli amici “quattrozampe” nel centro storico. Al canile comunale una soluzione si troverà; per lungo tempo, neppure un cane, a interessarsene. Il verde e la villa comunale occorre pensarci; almeno una riordinatina andrebbe data. la palestra del Liceo classico, tenuta “sotto silenzio”, che ha dato i natali alla pallacanestro sulmonese, vogliamo rintracciarla insieme a tutte le scuole da terminare? Palestra e servizi per la Serafini, la Mazzini inquieta e sospesa, la Lola Di Stefano in abbandono ecc. ecc. Però nulla è perso. I due anni mancati sono stati utili per fare il punto. Ora occorre non indietreggiare e sfruttare la calma piatta che ci accompagnerà alle regionali. Piatta sembra, ma non crediamo calma. Cara Emilia la forbice aperta tra il presente e il sogno futuro va chiusa in modo radicale altrimenti il destino resterà per sempre soltanto annunciato. Il gap si può ridurre solo con una potente azione politica ed amministrativa condivisa ed effettuata a nome della Città tutta. Abbandonando quel vecchio vizietto delle piccole consorterie. Gualtieri -Sindaco di Roma- sembra che abbia lottato come un leone per l’Expo a Roma salvando perlomeno la faccia sua. GianPiero è apparso più personaggio da “amaca” per la pubblicità Valtur; nell’attesa di gennaio.
Certo che è andata peggio di quello che si poteva pensare “ciechi davanti al presagio” configuratosi nel primo mese di governo. Se dovessimo trovare tre incisi da inserire negli epitaffi delle ultime tre amministrazioni, con la consapevolezza che le iscrizioni sepolcrali riportano le lodi del defunto, si potrebbe pensare a: il nuovo che avanza; le donne alla riscossa; gli ideali al centro. E sugli ideali si sono impantanate le mandrie. Perfino il PD non ha ritenuto opportuno spiegare, o non ha voluto narrare alla cittadinanza -per un minimo di ritegno rimasto– quello che è successo. Non ha voluto rendere partecipi gli elettori ai veri motivi che hanno reso imprescindibile la posizione assunta, da integralisti, per un faticoso e rabberciato 8 a 8. Un bel seminario di studi, con analisi pubblica, poteva essere un’opportunità; sold–out sicuro e voce di popolo! Sembra che non ci siano questioni calde emergenziali a Sulmona se non una sorta di distopia che evidenzia la difficoltà che abbiamo a strutturare un futuro e perfino a desiderarlo. Il riverbero serale che si intravede tra le “apericene” e i fuochi fatui sono ormai un dato residuale della “brillante luce propria” di Sulmona come si scriveva nel post. Il talento è un dato naturale, e siamo d’accordo con Emilia, Sulmona ne ha, ne è dotata. Ma non basta; ha bisogno di un duro, qualificato e significativo lavoro per esprimerlo. Per farlo crescere. Occorre appunto investire sul talento di Sulmona. Occorre saperlo fare e farlo con energia, con azioni amministrative dichiarate, coordinate, attuate. E anche per questo occorre talento.
Molto peggio di quando potesse sembrare. Mho dicono: sempre a criticare eppure ci sono tante cose belle ! E sì quelle brutte facciamo finta di non vederle così stiamo tutti meglio. La verità è che hanno solo discusso senza saper fare niente.
La nuova giunta sembra più competente nei vari settori speriamo. Il tempo perso andrebbe recuperato . Il lavoro e’ molto la città sembra invecchiata e in molte zone abbandonata . Forza allora
Invece no! Va bene lungo articolato anche difficile. Riflettere ogni tanto. Ogni tanto leggere per riflettere . Però Meglio più appuntamenti alla settimana. In altra occasione la invitammo a scrivere anche di altro .
Lorenzo siediti. Con calma prova a sillabare. Poi sempre con calma quando non capisci torna indietro e riprendi .
il Cogesa ? Lasciato a casa ?
E poi ti lamenti che la gente non ascolta o vuole saperne !!!
Con queste poesie incomprensibili e lunghe stai angosciando tutti e tutto !!!!