GASDOTTO: L’INSOSTENIBILE AUTODIFESA DELLA SNAM, VENERDÍ 8 SIT IN A CASE PENTE
di Mario Pizzola – La Snam, rispondendo ad un nostro comunicato sulla inutilità della Linea Adriatica, afferma che la nuova infrastruttura si è resa necessaria “in seguito alla crisi energetica e, segnatamente, al suo acuirsi in conseguenza del conflitto russo-ucraino”; che, in seguito al conflitto “l’Italia ha sostanzialmente capovolto il suo baricentro delle forniture di gas”, prima incentrato sulle importazioni dalla Russia e ora su quelle dal nord Africa e dall’Azerbaigian; che, pertanto, occorre aumentare la capacità di trasporto verso nord perché “i principali centri di consumo e i principali poli produttivi del Paese si trovano al Nord”.
La realtà è ben diversa da quella rappresentata dalla Snam. Nel 2022, in seguito alla guerra russo-ucraina, in Italia non c’è stata nessuna crisi energetica. Il nostro Paese ha avuto a disposizione talmente tanto gas che, oltre a soddisfare pienamente i consumi nazionali, ne ha rivenduto all’estero ben 4 miliardi e 600 milioni di metri cubi, cosa mai avvenuta prima. Le bollette sono schizzate alle stelle non per carenza di gas ma a causa delle operazioni speculative delle grandi compagnie del settore fossile.
E’ vero che è cambiato il baricentro delle forniture ma la Snam omette di dire che nessuna criticità si è verificata nella direttrice di trasporto da sud a nord. Questo perché le infrastrutture esistenti, nonostante che le importazioni dalla Russia nel 2023 si siano quasi azzerate, sono pienamente in grado di garantire le necessità energetiche del nord Italia. Che la Linea Adriatica non sia necessaria è la stessa Snam a riconoscerlo. Infatti, Elio Ruggeri, amministratore delegato di Snam Fsru (impianti di Gas Naturale Liquefatto) il 13 aprile 2023 ha dichiarato a Milano Finanza: ”Il contributo di Golar Tundra e BMW Singapore (le due navi rigassificatrici a Piombino e Ravenna) compenserà lo stop ai flussi dalla Russia”. Anche il governo che, con il pretesto della guerra in Ucraina, ha autorizzato la Linea Adriatica, ora ne ammette la inutilità. Come riporta Il Giornale.it del 27 marzo 2023, il Ministro delle Imprese Adolfo Urso ha detto: “Se parliamo di autosufficienza dalla Russia, noi la raggiungeremo quest’anno con i due rigassificatori di Piombino e Ravenna”.
In realtà non sono necessari neanche i due nuovi impianti di GNLperchè i consumi di gas quest’anno si chiuderanno intorno ai 62 miliardi di metri cubi, senza il rigassificatore di Ravenna e con un bassissimo apporto di quello di Piombino, e senza aver utilizzato appieno le potenzialità delle importazioni dalla Norvegia e quelle degli altri tre rigassificatori esistenti al nord. Per il prossimo futuro tutto lascia prevedere che i consumi continueranno a scendere.
Non avendo altri argomenti la Snam tira fuori dal cilindro la tesi della “elasticità di fondo” del sistema, secondo cui la Linea Adriatica servirebbe per “fronteggiare i picchi anche giornalieri della domanda” al fine di “garantire la piena e continua efficienza del servizio”. Ma anche questa è un’arma spuntata.L’Unione Europea ha stabilito una formula (N -1) per determinare la capacità tecnica dell’infrastruttura del gas di soddisfare la domanda totale “nella eventualità contemporanea di una interruzione dell’operatività dell’infrastruttura principale e di una domanda di punta eccezionalmente elevata (che, secondo laprobabilità statistica, ricorre una volta ogni venti anni)”. Per l’UE l’infrastruttura è adeguata se il valore della formula N-1 è uguale o maggiore di 100. In Italia l’infrastruttura principale è Tarvisio, dove entra il gas proveniente dalla Russia, e il massimo storico della domanda di picco – scrive la Snam – si è avuto il 6 febbraio 2012, con 472 milioni di metri cubi/giorno. I risultati, calcolati dalla Snam nel Piano decennale 2020 – 2029 danno tutti valori superiori a 100: 103 per il 2019, 113 per il 2025 e 112 per il 2030. E’ importante sottolineare che I risultati della formula sono gli stessi sia con la rete esistente sia con la realizzazione del progetto Linea Adriatica, proprio il contrario di quanto afferma la Snam nel suo comunicato stampa.
Circa l’utilizzo dei gasdotti per il trasporto di idrogeno, si tratta di una ipotesi del tutto campata in aria. Scrive infatti al riguardo il noto think tank ECCO, nelle osservazioni alla Relazione integrativa Snam sulla Linea Adriatica: ”l’argomentazione che l’investimento tornerà comunque utile è irricevibile in assenza di uno scenario che mostri che l’idrogeno quantitativamente e qualitativamente avrà le stesse esigenze logistiche del gas fossile”.
Anche sull’impiego del gas “per frenare il crescente ricorso al carbone” la Snam è smentita dalla realtà. Infatti il Gruppo Enel, nel suo Piano industriale 2024-2026 presentato il 22 novembre scorso, ha annunciato che non riconvertirà a gas le grandicentrali a carbone di Civitavecchia e di Brindisi ma che esse verranno sostituite con nuove capacità da fonti rinnovabili.
In merito al cantiere della centrale a Case Pente la Snam sostiene che “sta operando come da autorizzazioni ministeriali ricevute”. Non è vero, perché i lavori sono stati avviati in aperta violazione del Decreto VIA che ha rilasciato il parere di compatibilità “a condizione” che fossero adempiute 22 prescrizioni ante operam. Tale adempimento non c’è stato e nel frattempo l’autorizzazione a costruire è decaduta. Pertanto il cantiere è illegale.
Spendere 2 miliardi e 500 milioni di euro per un’opera che non serve assolutamente a nulla, se non ad alimentare i profitti dellaSnam a spese dei cittadini, è un crimine economico, ambientale e climatico.
Partecipiamo venerdì 8 dicembre alle ore 11 al sit-in a Case Pente, davanti al cantiere Snam, per la difesa dei sacrosanti diritti del nostro territorio e dell’intero Appennino!