CASTEL DI SANGRO, IL BRUTTO VA DI MODA!

di Luigi Liberatore – Può essere che sia solo una suggestione, nel senso che la mia valutazione sul “bello” non risponda al giudizio generale della estetica che guida le iniziative della amministrazione comunale di Castel di Sangro, tuttavia ho la certezza di avere il conforto di tanti altri. Sicchè non mi sento solo. Considerazione effimera, come effimera sia la sostanza su cui si sofferma la nostra attenzione, cioè sugli addobbi natalizi su piazza Plebiscito ordinati dal Comune. Non ce l’abbiamo con l’albero di Natale in sè come simbolo celebrativo della ricorrenza, e nemmeno con le lucine sparse qua e là, semmai con le varianti introdotte per rendere più brutto il valore intrinseco del semplice albero illuminato. È brutto l’allestimento di piazza Plebiscito a Castel di Sangro, nonostante la illuminazione “sparata” per fare effetto, soprattutto perché sembra essere sottratto al senso comune della gente, piuttosto rivolto ad attrarre turisti (maleducati), forse spendaccioni, ma irrispettosi dei luoghi e delle tradizioni della gente. Sulla piazza, giusto per dare un modello, sporge una chiesa con una facciata bellissima.

LUMINARIE CASTEL DI SANGRO

Ecco perché dico che non c’è gusto nell’apparato predisposto per l’area, macchiata da surrogati degli elementi che caratterizzano il Natale e poi da casette mediocri che vorrebbero richiamare i mercatini ma che evocano, semmai, ricoveri per senza tetto. Il tutto sembra che sia allestito per assecondare l’esigenza spasmodica mercantile di una città che aspetta consumatori prepotenti e irrispettosi, piuttosto che turisti educati a godere delle particolarità che i luoghi sanno offrire. Questione di cultura, o di introduzione di elementi inidonei al rispetto della ospitalità. Non ho visto in giro un abete naturale, o se volete, un pino addobbato. Ci saranno spazi pubblici, invece, per pizzaioli improvvisati, per food truck ammorbanti e poi tanto rumore fino all’alba. Nulla a che vedere con la musica, anche se non si pretendono Beethoven, Mozart, Bach o Wagner. Bisogna dare atto, tuttavia, che l’amministrazione è in grado di riconsegnare la città pulita sin dalle prime luci del giorno dopo, pronta a ricominciare “più splendente che pria”. Non più bella, perché in fatto di estetica non dico che gli amministratori comunali dovessero rifarsi a Benedetto Croce, ma bastava richiamarsi alla semplicità di san Francesco. Andrà avanti così a Castel di Sangro, col brutto che avanza ma che fa cassetta. Per un paio di mesi, o forse più…