PURCHÉ NON RESTI TUTTA UNA CHIACCHIERA

di Massimo di Paolo – Se a Sulmona, la politica locale, pretende costante trasformazione -e trasformismo- quanta etica può tollerare? Slogan, Sindaco e politica in eterno polimorfismo. Per una sorta di adattamento non etico, o pragmatico, o istituzionale ma semplicemente per rimanere; per sopravvivere. C’è metamorfosi e metamorfosi: individuali, collettive, liberatorie, punitive. L’ultima a cui abbiamo assistito, che ha coinvolto Gianfranco Di Piero, i suoi adepti e l’Amministrazione di Sulmona, sa di trasformismo illusorio. È come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto ne sia agitata la superficie. La borghesia ha vinto ancora a Sulmona. Non se ne vogliano i cinque stelle che di fatto non hanno contato nulla. Ha vinto quella becera, immobile, camaleontica, centrata sul portafogli, sugli interessi di parte, sull’egoismo. Incapace di accettare cambiamento ed evoluzione per “Sulmona nostra”. Hanno vinto i benpensanti con i presepi da conservare che hanno trovato, in una figura da perbenista, un valido sistema di coazione a ripetere. È cambiato il verbo, gli scenari, ma tutto è restato uguale. Tutto scorre, panta rei: citando un aforisma classico, sempre nelle prime posizioni della hit parade del mutamento. Tutto scorre: per nulla cambiare. È il destino di Sulmona. Un fallimento totale di ciò che è stato votato dagli elettori. I partiti al centro si diceva. Ora le stesse cornamuse che hanno gridato in campagna elettorale, con un filo di voce, giustificano scelte tecniche, prive di una legittimazione popolare e osano ipotizzare una vicinanza a quel civismo che era stato osteggiato e macchiato. Assessori volontari tra pensioni e desideri di potenza, migranti che hanno sopperito ai “no grazie” dei locali, deleghe impastate senza una visione e un ragionamento. Assemblaggi che “bruciano” fin dall’inizio ogni possibilità di azione sistemica in aree che dovevano caratterizzare un governo di sinistra. Politiche giovanili, Istruzione, Cultura drammaticamente divise e acefale. Semplificazione amministrativa, Innovazione e PNRR divisi: approccio da politica pre-colombiana. Traffico, Mobilità, Commercio, Centro Storico, Turismo e Progetti urbani: a macchia di leopardo. Personale, Formazione, Lavoro, Pari Opportunità, Politiche Sociali: briciole smarrite disordinatamente. Panta rei. Nessuno si ricorderà tutto passa. Quale idea di città se non il sopravvivere? Il tradizionalista vorrebbe che non andasse in malora il mondo in cui è nato. Di Piero riesce a rappresentarlo. Doveva essere un governo di cambiamento perché serviva una nuova idea di città invece ci siamo ridotti a un governo conservatore che si è rapidamente spento acquattandosi sotto le onde. Un’Amministrazione, quella che è risuscitata, che non intende tornare indietro ma desidera che non si proceda in avanti. Soprattutto mai velocemente! L’architettura della nuova giunta – nel senso politico e non personale – fa pensare che convenga mantenere il tradizionale senza rischiare di mandare al macero quello che è stato. E i partiti e i gruppi politici mandano i like. Nessun Assessore con tessere di partito ma di area certamente sì. Non una scelta strategica ma una necessità -considerando la carestia di assessori- per salvare capre e cavoli. E al diavolo le perplessità per le ipotesi di incompatibilità, per le ombre delle collaborazioni multiple e pregresse. Soddisfazione e responsabilità. Questi gli inni dei vari rappresentanti politici che aprono il “Capodanno lunare” che con le celebrazioni tutto oscura: scannamenti, offese, rotture insanabili, incapacità amministrative, errori, pavidità, opportunismo politico. Non è apparsa una grande prova di maturità politica quella a cui abbiamo assistito da due anni ma piuttosto una congiunzione astrale per non andare a casa sfregiati, nelle capacità e nell’onore. All’inizio di ogni capodanno cinese si dichiarano le buone intenzioni e si propongono attività a tema. In questi primi sette giorni si festeggi con “cioccolata in busta rossa” come auspicio di buona fortuna. Poi occorre avere idee chiare e capacità. Di chiacchiere, nastri tagliati e politichese la città non ne può più. Speriamo che inizi anche un nuovo cammino per una nuova minoranza in Consiglio comunale; garante di controllo, efficienza, ed equità. Capace di fronteggiare e di confrontarsi con approcci strutturati su temi e su problematiche concrete e non in modo debole e confuso. Speriamo che nascano legami forti e stabili tra i banchi dell’opposizione; utili e necessari per assumere forza e trovare ragioni di lotta a favore della nostra comunità. La realtà è che abbiamo trascorso un lungo periodo di vuoto politico, amministrativo e istituzionale. Tranne che nelle parate e nelle glorificazioni. Loro però ci credevano, gonfiavano i muscoli, serravano i pugni e la mascella seminando tossine che difficilmente saranno metabolizzate. Basti pensare ai costi personali pagati da diversi consiglieri e assessori. Siamo entrati nella terza fase dell’attuale trasformazione politica di Sulmona dove, i numeri dicono, che sia i leader che i partiti sono deboli. La visione è illusoria fa pensare alle opere di Escher dove disegni paradossali mettono in crisi l’osservatore. Oggi vediamo una cosa mentre ne potremmo vedere un’altra; tanto e comunque, i cittadini, possono anche non capire.  

5 thoughts on “PURCHÉ NON RESTI TUTTA UNA CHIACCHIERA

  • “PURCHÉ NON RESTI TUTTA UNA CHIACCHIERA”, il titolo svela l’altro che non è scritto nel servizio.
    La tentata spallata mediatica mossa all’esecutivo comunale non ha sortito l’effetto “desiderato”.
    Nessun scacco matto!

  • Francamente la situazione non appare molto cambiata l’unica cosa che sono (la nuova giunta) un gruppo di perbenisti vediamo se riusciranno a sporcarsi le mani per sistemare la città

  • Senza una legge che impedisca ai voltagabbana di cambiare casacca non ci sarà pace per questa città.
    Il passo immediatamente successivo sarà quello di contrastare il “cococciarismo”, questa antica corrente filosofica che continua ad esercitare una negativa influenza su certa, deleteria, mentalità
    sulmonese.
    O forse bisogna invertire l’ordine delle priorità…

  • Molto esplicativo l’articolo illustra le reali condizioni in cui siamo . Non per tutti la lettura.

  • Non si tratta di trasformazione politica ma di disfatta completa e assurda.
    Se diversi personaggi hanno scelto di investire il loro tempo in cose personali o politiche non meritano altro che soffrire.
    I cittadini possono e devono capire con chi hanno a che fare e senz’altro hanno notato che pochi hanno lavorato e cooperato ma tanti hanno inciucciato!!!!!
    Le poesie sono ancora di moda a Rete Abruzzo ma una vera analisi di responsabilità ed mancanze con nomi e fatti non sono ancora riusciti a scrivere.
    E intanto l’ambiente e il suo avvelenamento continuano anzi sono stimolati dalle istituzioni impazzite.

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