ESCHE AVVELENATE, UCCISI 30 CANI DA TARTUFO: IPOTESI “GUERRA” TRA CERCATORI
Esche avvelenate con dei pezzi di prosciutto imbevuti di una sostanza altamente velenosa, sparse per tutto il bosco: sono trenta i cani da tartufo avvelenati nel bosco tra l’Abruzzo e il Molise, tra Ateleta e San Pietro Avellana. Il tutto, come riporta il quotidiano Il Centro, è iniziato sabato mattina quando in tanti hanno deciso di andare a tartufi insieme ai loro cani e dal versante abruzzese e dal versante molisano si sono riversati nel bosco, tra Ateleta e San Pietro Avellana, senza sapere a cosa sarebbero andati incontro. Troppe e ben distribuite per non essere trovate dai cani che uno dopo l’altro sono stati avvelenati davanti agli occhi impotenti dei loro proprietari. Il bilancio delle vittime dei bocconi avvelenati è cresciuto ora dopo ora fino ad arrivare a quota trenta. Sul posto sono arrivati i carabinieri forestali, con loro anche l’unità cinofila nucleo antiveleno di Frosolone (Isernia) che, con l’ausilio di un pastore belga, ha passato al setaccio tutta l’area per trovare le altre esche avvelenate. Alcuni dei cani uccisi sono stati subito trasferiti all’Istituto zooprofilattico di Isernia in attesa dell’esame autoptico che dovrà far luce sul tipo di veleno utilizzato. Sul caso è stata aperta un’inchiesta che punta a trovare il responsabile di questa strage condannata anche da Fabio Cerretano, presidente nazionale della Federazione nazionale associazioni tartufai italiani. L’ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri è quella della “guerra” tra cercatori di tartufo che, purtroppo è costata la vita di trenta cani.
È una vergogna.
I colpevoli meritano una severa pena detentiva.
Ci vorrebbero più controlli sia nei boschi che nei recinti dei proprietari dei cani da parte delle Autorità competenti.
Povere creature innocenti.