C’È ANCORA DOMANI: DRITTO E ROVESCIO
di Massimo di Paolo – Straordinariamente e periodicamente, il cinema italiano tocca le vette della genialità e della bellezza più rara. È stata la prima volta per la Cortellesi. “C’è ancora domani” il suo debutto alla regia.Un film bellissimo; già maturo per tecnica, recitazione, contenuti e tematiche. Chapeau Paola per tutto! Una storia di famiglia che recita la storia di un’epoca. Uno spaccato della condizione post bellica che racchiude, nella narrazione, lo svelamento della condizione delle donne. Di tutte le donne, ma soprattutto delle appartenenti ai ceti umili, che vivevano l’ordinaria sopraffazione della cultura del patriarcato insieme alla fatica giornaliera;costante, incolmabile, non riconosciuta ma dovuta. Sempre dovuta.
Un film che inchioda; fa rispecchiare; aiuta a sentire emozioni contrastanti; fa passare dal riso alla commozione, dal disappunto alla rabbia regalando, alla fine, il sollievo. I personaggi principali: “Delia e Ivano”, due rappresentazioni, due metafore, due sintesi multiculturali che sollecitano lo spettatore alla identificazione, alla ricerca di segni, tracce, prove. Due totem nello schermo, accentratori di attenzione, che icasticamente sintetizzano le speranze, le contraddizioni, le povertà, l’ignoranza di un’Italia che prova a rinascere. Un film che fa capire; con una miscellanea di messaggi ordinati e chiari sorretti da una tecnica cinematografica sofisticata e raffinata. Un bianco e nero giusto, pertinente, che cambia nei tempi di proiezione dando colore a moti, descrizioni, momenti e narrazioni. Una cura maniacale nella scenografia, nella ricostruzione dei particolari, dei costumi, degli ambienti esterni e della “casa”; palcoscenico per ogni gesto e per ogni parola. La musica usata con genialità, con pentagrammi ad alto contrasto conscelte melodiche, brani, epoche e generi sorprendentemente diversificati. Ma soprattutto la colonna sonora come chiave di volta; per dare forza, per fare entrare nella pancia di chi guarda e ascolta, la rappresentazione della violenza, del sopruso, del taglio che ogni dolore provoca. Roma 1946, povertà, alleati nelle strade, profondo bisogno di cambiamento. Alle porte il Referendum Istituzionale per l’elezione dell’Assemblea Costituente. Alle donne arrivano, con la posta, le prime tessere elettorali della storia. Delia, tra mille peripezie, decide di reagire alle condizioni di inferiorità e si reca a votare. Il momento del voto, nella regia di Paola Cortellesi, sintetizza ogni cosa. Rappresenta la chiusura, la sintesi e l’inizio dell’autodeterminazione per Delia e per le donne di ogni ceto, età e condizione. Il “primo” voto, nel film,rappresenta la nascita della consapevolezza, la formazione delletematiche legate al femminismo, l’abbandono dell’anonimato,l’inizio della “disobbedienza”. Rappresenta la possibilità di assumere un altro punto di vista.
“C’è ancora domani” è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma e distribuito dal ventisei ottobre. Standing ovation nelle sale, scuole in fila nelle multisale, un passa parola incessante. La mutazione è ancora in corso. È diventato materiale incandescente utile e necessario per creare opportunità di riflessioni, approfondimenti e confronti. Rivolto a tutti non solo agli uomini. Ma certamente ancora di più ai padri, ai compagni, agli insegnanti, ai maschi che potranno immedesimarsi nelle sequenze di episodi impietosi e sentire il dolore, la vergogna, il disagio, che ancora oggi esiste. Ma può essere anche materiale malamente utilizzato da forme di convinzioni isteriche e rozze che ne banalizzano il messaggio creando e trasformando tutti gli uomini in orchi.
Da utilizzare nei progetti di “educazione sentimentale” di prossimo ingresso nelle scuole. Nei manuali andrebbe scritto – maneggiare con cura – con la speranza di incontrare insegnanti, specialiste dei sentimenti, in grado di saperne usare i contenuti, le complessità, le simbologie e le attualizzazioni.
Mi potete rimandare alla mail il commento che avete tolto? Perché non lo ho copiato ed è complesso a riscriverlo.Grazie