IL CONSUMO DI ALCOLICI FRA I GIOVANI, DANNI E RISCHI
di Gianvincenzo D’Andrea – Di certo è capitato a molti di vedere giovani, ed anche giovanissimi, fare uso di bevande alcoliche. Riuniti in gruppi ( più o meno grandi) , all’interno o in prossimità di locali di ritrovo , danno vita tutti insieme , con euforia, alla movida ed al rito collettivo dello sballo. Non è mia intenzione affrontare l’argomento dal punto di vista sociale o psicologico, consapevole che altri saprebbero farlo meglio . Voglio invece parlare dell’aspetto sanitario del problema cercando di mettere in evidenza i rischi che l”assunzione di alcol può avere per la salute ( ed anche per la vita!) di consumatori giovani e sopratutto giovanissimi. Un primo elemento su cui riflettere è il seguente: l’alcol è la prima causa di morte nei giovani nella fascia di età 14 / 24 anni. Ed ancora , i dati scientifici disponibili dimostrano che l’assunzione di alcol nell’età giovanile determina danni (a carico di organi ed apparati ) la cui gravità è indipendente dalla dose assunta .
Ciò è dovuto al fatto che la formazione degli enzimi capaci di metabolizzare l’alcol inizia, in media, verso i dodici anni per giungere a completamento verso i ventiquattro anni. Ne consegue ,pertanto, che gli effetti negativi dell’assunzione dell’alcol sono amplificati ( sopratutto prima dei 15 anni ) per l’assenza , nelle cellule dell’organismo umano , di specifiche reazioni biochimiche di distruzione. Fra gli adolescenti del nostro Paese ,purtroppo, sta aumentando in modo significativo l’uso di bevande alcoliche e con una modalità, come vedremo fra poco, particolarmente devastante. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’inizio del consumo di bevande alcoliche si registra a 11/12 anni ed il 30 % dei ragazzi sotto i 14 anni assume regolarmente bevande alcoliche. Un altro aspetto assai preoccupante del consumo di alcol in età giovanile è rappresentato da alcune mode che si vanno diffondendo pericolosamente. Una di queste è la binge drinking ovvero la scelta abituale di bere almeno 5 drink nell’arco di poche ore. I dati ISTAT 2022 dicono che nel 2020 il 49,4% dei ragazzi ed il 44,4% delle ragazze hanno consumato bevande alcoliche fuori pasto. Inoltre le femmine che hanno consumato alcolici fuori pasto sono aumentate del 19,7 % e le binge drinker del 40,5%. Questi dati rappresentano un vero e proprio “allarme rosso” dal momento che nelle donne , per ragioni genetiche , la capacità di metabolizzare l’alcol è inferiore rispetto agli uomini ed a parità di dose ingerita gli effetti sono maggiori. ll binge drinking ripetuto nel tempo è una pratica che può avere effetti acuti molto seri oltre che determinare danni permanenti.
L’introduzione di grandi quantità di alcol in poco tempo si accompagna ad un rischio altissimo di intossicazione acuta con coma etilico, epatite acuta o addirittura morte. Come s’è già detto i giovani e sopratutto gli adolescenti non hanno la capacità di metabolizzare l’alcol come gli adulti e l’abuso alcolico, fra l’altro, danneggia un’area del cervello, l’ippocampo, cruciale per la memoria. Sono sufficienti 2-3 mesi di binge drinking nel fine settimana per determinare una riduzione permanente della memoria e della capacità di orientarsi nella misura del 10-20%. Secondo dati della letteratura scientifica mondiale nei giovani consumatori di alcol è stato rilevato un aumento dei casi di ictus cerebrale e di danni agli organi interni ( nessuno escluso !) come pure una maggiore incidenza di alcuni tumori fra cui il carcinoma mammario e quelli dell’apparato genitale maschile Gli effetti psicotropi dell’alcol , (ovvero la capacità di modificare il normale stato di coscienza , per la sua azione specifica sulle cellule nervose cerebrali) si associano, inoltre , ad una serie di danni permanenti a carico di altre strutture del cervello . Pertanto nel giovane che si abitua all’abuso alcolico si registra un evidente cambiamento della personalità ed un blocco della maturazione razionale. Si crea,di fatto, una condizione iperemotiva che a sua volta spinge al consumo di alcol in una spirale che può portare ad una condizione di vera e propria dipendenza favorendo, peraltro, il consumo di altre sostanze psicoattive illegali. Come si vede ci troviamo di fronte ad una situazione che deve essere affrontata subito in modo sinergico da tutti i soggetti interessati che vanno dalla famiglia alla scuola per finire alla sanità. Non comprenderne la pericolosità significa far pagare un prezzo pesantissimo ai giovani e creare un futuro poco roseo non solo per loro ma per tutti.