LE PISCINE ABRUZZESI STIANO ALLA LARGA DAI TUFFI DEL PRESIDENTE MARSILIO…

di Luigi Liberatore – Il tuffo inaugurale alle Naiadi di Pescara non fu niente male, anzi. Considerando la stazza del presidente della nostra regione, Marsilio, l’arco prodotto nella entrata in acqua non era grezzo anche se non ricordava la plasticità di Cagnotto. Era il giorno della riapertura del tempio del nuoto abruzzese (qualche giorno fa intendiamoci) e Marco Marsilio volle, come spesso capita, di porre l’imprimatur all’avvenimento con una esibizione speciale, del tutto usuale all’ambito politico cui appartiene: con un tuffo in una delle piscine delle Naiadi di Pescara. In quel tuffo, al di là dell’apprezzamento personale, c’era tutta la retorica che ancora affascina parte del popolo italiano, retaggio di un ventennio che fu, come ad esempio la nuotata di Mussolini a Viareggio nell’estate del 1937. Beh, oltre il vigore muscolare espresso dal padre del fascismo, emulato dagli epigoni, e da Marsilio come in questo caso, tutte le esibizioni hanno nascosto e nascondono un esito fatale: il fallimento. Come sia finito il ventennio lo sappiamo tutti, e se volessi dare un giudizio farei la stessa fine: non sono uno storico e la mia residuale cultura si ferma alla cronaca. Volevo dire che Marco Marsilio ha portato sfortuna alle Naiadi, ancorchè avesse fatto del suo meglio, mettendoci corpo e anima nella questione ma con esito più brutto rispetto alle belleintenzioni. Le Naiadi hanno riaperto e poi chiuso. Hanno rinfrescato le piscine, hanno illuso gli iscritti, e poi è entrata a piedi uniti la procura della repubblica presso il tribunale di Pescara, evidenziando che la gara di affidamento della gestione del complesso natatorio sia stata caratterizzata da plurime violazioni della normativa. Turbativa di incanti, per parlarci chiaro, cioè favoritismi con copertura della regione Abruzzo per l’accollo temporaneo delle spese di riscaldamento e di energia elettrica. Per la conoscenza che io ho del funzionamento della pubblica amministrazione, dico che il presidente Marco Marsilio non sapesse nulla di quanto sia stato successivamente evidenziato dalla polizia giudiziaria e dalla inchiesta avviata dalla Procura di Pescara, e che il suo tuffo liberatorio in piscina non fosse oberato da fantasmi retrogradi. Le Procure non mi hanno mai sedotto, meno ancora la retorica e la capacità politico-amministrativa dimostrata della destra. Tuttavia mi va di dare un consiglio a Marsilio: stia più attento prima di “tuffarsi”. E alle piscine della regione Abruzzo di stare alla larga, per il momento, dalle sue pretese natatorie: non portano bene!