NONOSTANTE TUTTO DI PIERO VA AVANTI

E così, al decimo giorno dalle dimissioni, c’è una quasi fumata bianca. Questa sera, infatti, si è riunita la maggioranza (o quel poco che resta) e ad emergere è stata senza dubbio la volontà da parte di tutti di andare avanti. Su questo nessuno aveva dubbi considerata la comprensibile paura di tornare alle urne dopo solo due anni di mandato. Nella riunione, peraltro, si è materializzato Gianluca Petrella, presenza del tutto irrituale visto che il consigliere di Bagnaturo, non avendo formalizzato alcun passaggio nei banchi della maggioranza, è ancora parte integrante della minoranza. Il neofita e spaesato consigliere comunale è da giustificare poiché, probabilmente, non conosce ancora i meccanismi consiliari. Con l’ingresso di Petrella si torna quindi 8 a 8 e con il voto del sindaco la maggioranza può tornare ad essere maggioranza anche se risicatissima. Nella riunione, Gianfranco Di Piero ha chiaramente detto, fra non pochi mugugni, che ricostituirà una giunta ex novo che vuol dire fuori tutti compreso l’assessore al bilancio e alle partecipate Katia Di Marzio. È palese come il sindaco abbia accettato tutte le condizioni che il Partito democratico aveva imposto per sostituire il vice sindaco Franco Casciani. Non resta ora che aspettare i nomi degli assessori che verranno fuori nelle prossime ore ma con la certezza, se le indiscrezioni di questa sera saranno confermate, che avremo un sindaco ancora più debole, sempre più ostaggio dei democratici. Si chiude così con un pareggio 8 a 8 che che non lascia presagire un grande futuro per questa amministrazione considerato, poi, che nessuno dei consiglieri di maggioranza ha fatto salti di gioia per un ritorno di Teresa Nannarone con Angelo D’Aloisio che ha detto un secco no  ad un eventuale allargamento al resto dei civici.
Una cosa è certa, al momento la partita la vincono Mimmo Di Benedetto e il Partito Democratico ed i grandi sconfitti sono il sindaco e Italia Viva. E pensare che l’ex consigliere comunale Fabio Pingue, considerato il vero stratega del partito di Renzi, era addirittura tornato da Milano per condurre le trattative in prima persona.

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