L’UOMO DI GHIACCIO E IL CONVITATO DI PIETRA
di Luigi Liberatore – Ha fatto le cose perbenino prima di andare in aula, cioè in maniera scrupolosa, con la simmetria di quelle governanti svizzere che rifanno il letto tirando gli angoli secondo le regole della trigonometria. Ha azzerato la giunta municipale, poi è andato a sedersi in consiglio comunale senza tradire emozioni. Una sfinge. E senza inclinazioni mimiche ha poi detto, “rassegno le dimissioni dalla carica”, andandosene col passo lieve di chi si sia tolto un peso dalla coscienza. Fine del tormentato biennio di sindaco di Sulmona? Io non la penso così, anche perché la legge assegna a Gianfranco Di Piero, appunto sindaco di Sulmona, venti giorni ancora prima che l’abbandono diventi definitivo. Tutto qui? Tra riassettare la camera e poi chiuderla (non a chiave) ci sta di mezzo la discussione avvenuta tra i consiglieri comunali sull’epilogo della crisi che ho seguito passo passo. Io non sono simpatico come relatore, me lo dicono molti e in tante maniere (non tutti fortunatamente), tuttavia non mi discosto dalla mia opinione se vi dico che sono rimasto deluso dalla pochezza politica registrata in quell’aula consiliare. Dopo due anni di tormenti, di dissidi, di accuse e controrepliche, magari pure di insinuazioni forti al limite del codice penale, pensavo che nel giorno del redde rationem venisse scoperchiato quel famigerato pentolone che in ipotesi contenesse tutti i mali di Sulmona. Volete sapere cosa io abbia registrato? Un belato, da una parte e dall’altra. Al di là di quel minuto di raccoglimento chiesto dal consigliere Teresa Nannarone sulla tragedia che si sta consumando in Medio Oriente, segnale di personale sensibilità, il pubblico non ha assistito a un dibattito vero, che si sospettava perfino incandescente, come analisi politica retrostante alla dimissione del sindaco, oppure alla prospettiva di una ripresa dell’amministrazione di Sulmona proprio sulla base delle conclusioni della disputa che va avanti da mesi, e che per tanti motivi aveva al centro della polemica l’assessore Franco Casciani, vice sindaco vicario, nonché segretario del Circolo Pd di Sulmona. Ecco, il convitato di pietra. Casciani non era presente al dibattito, nemmeno mischiato tra il pubblico come i suoi colleghi senza più delega. Peccato. Immagino che abbia seguito i lavori del Consiglio comunale; tuttavia, a mio giudizio, avrebbe dovuto essere presente se non altro per capire de visu come pubblicamente si sarebbero posti i suoi compagni di partito, ed impedire ai mezzadri della informazione di accusarlo di scarso rendimento pur essendo ancora sul libro paga del Comune. Come sanno quei lettori che mi seguono, io non vado alla ricerca di simpatie per cui dico chiaro chiaro che questo Consiglio comunale di Sulmona è di una mediocrità politica spaventosa. Ha fatto bene Vittorio Masci a richiamare alla memoria dei cittadini di Sulmona quelli della prima repubblica, figure come Carlo Autiero, Paolo di Bartolomeo e Vincenzo Masci, giganti rispetto ai tremebondi consiglieri di adesso. Come finirà? Penso che ci siano ancora margini per rabberciare una maggioranza per due motivi: il sindaco è stato glaciale e asintomatico, rifugiandosi nella eleganza delle citazioni in latino; poi non si sono sentite volare le maleparole che in genere anticipano sempre i divorzi.
In tutta questa storia la cosa più sconcertante è rappresentata dall’ assenza di qualsiasi approfondimento in relazione alla doppia veste del consigliere Casciani, vicesindaco e segretario del circolo PD locale. A fronte della richiesta, avanzata da qualcuno, per la indicazione di un nome alternativo a quello di Casciani abbiamo visto quale è stata la risposta (della serie “se la canta e se la suona”) senza, per quanto ho potuto seguire, che ci fosse una giustificazione o una spiegazione, credibili, sulla rigidità della posizione piddina.
E’ bello giudicare la partita e i giocatori standosene belli belli seduti in tribuna.
Per tutti i criticatori e, intelligentoni di tante idee che hanno in mente, ma non di metterle in pratica, fatevi avanti e mettetevi in campo, così poi vedrete di persona cosa dicono di voi, gli altri che sono rimasti in tribuna a vedere la vostra partita
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Domani.. 2 novembre 2023 una giornata dedicata al ricordo dei…
Mi va di ricordare il Preside Franco Cercone: la sua umiltà, la sua forza e la sua determinazione. Fu per lui… che , dopo il concorso per dirigenti scolastici, come prima scuola scelsi …L’istituto alberghiero di Roccaraso. C’ero stata come
insegnante quando lui..come docente..mi aiutò a capire altre realtà scolastiche oltre quelle ..già viste.
Tante persone, oltre ai miei cari…hanno permesso la mia formazione, alcuni …altri, come Franco , hanno lasciano nel mio cuore un dolce ricordo.. unito a stima profonda.
“l professor Franco Cercone ci lascia. Stanotte è venuto a mancare, dopo giorni di ricovero, presso l’ospedale di Sulmona. Prezioso collaboratore del giornale on line abruzzopopolare.it, lascia un vuoto incolmabile. Alla moglie, la professoressa Gisa, ai figli ed ai parenti tutti le condoglianze più sentite da parte del Presidente di Abruzzo Popolare, Tommaso Coletti, del Direttore, Nando Marinucci, e di tutti i collaboratori del quotidiano.”
Resoconto impeccabile, soprattutto nella definizione di un Consiglio di una mediocrità impressionante.
Nel giorno del redde rationem in cui si sarebbe dovuto sentire il ruggito del leone, solo tanti belati, con qualche pallida eccezione. Per ricostruire in questi 20gg? Ci vorrebbero dei giganti della politica per dare vita ad un esperimento del tutto innovativo: Giunta unitaria di salute pubblica.
Ma, se queste sono le premesse chi lo farà??
La mediocrità dei rappresentanti politici della comunità sulmonese si sostanzia nella impossibilità di portare a termine le ultime sindacature. Ma perché non prendete esempio dai comuni vicini?
Si vive e si impara !!!
Ma nel tuo caso non capirai mai.