IL SUONO DEI FIUMI

di Massimo di Paolo – Un piccolo pensiero può diventare segno evidente di attenzione, conoscenza profonda e dedizione. Un piccolo scritto può essere un capolavoro. L’ultimo libro di Erri De Luca, Cercatori d’Acqua, edito dalla Casa Editrice Giuntina, è entrambe le cose. Scrittura essenziale che spiega, descrive e narra: pensieri dati all’altro; un dono scelto con ricerca attenta e vigile; un capolavoro dai significati mutevoli. Storie dimomenti antichi e volti in trasparenza uniti da fili narrativi che mostrano il nesso che unisce il destino degli uomini alle acque.

Acqua come bene comune; la riflessione che “Libri & Visioni” vuole suggerire nel consueto appuntamento settimanale della rubrica. Non attraverso gli ormai soporiferi rimandi ecologici, moralistici e divisori che coagulando in buoni e cattivi, i praticanti del pianeta Terra. Ma attraverso letture, spunti e riflessioni di altra natura.

Erri; lo chiamano gli amici della vecchia sinistra politica.  Gli intellettuali da trincea che sono stati, come lui,partigiani delle lotte di classe qualche decennio addietro. L’età, la storia, il pensiero, la fatica delle arrampicate non più giovanili, lo fanno scrivere in modo difficile, ermetico, con rimandi complessi e profondi. Solo il lettore totalmente immerso nel labirinto che il suo scrivere compone, può coglierne la moltitudine di rimandi, di significati, di metafore che compongono la narrazione di Cercatori d’Acqua. Un piccolo e prezioso scritto che accompagna il lettore, attraverso otto brevi storie, per riflettere sul valore reale e simbolico delle acque. Dal Libro della Genesi ai protagonisti del racconto biblico fino ai rabdomanti scavatori di pozzi alla ricerca di quel bene che mantiene la vita sulla terra. Belli assai i rimandi simbolici al contemporaneo, all’aridità interiore che si vive, alla desertificazione delle relazioni e degli animi. Una lettura fuori dal comune: da mantenere accanto e rileggere con cura di sé.

Edito Bollati Boringhieri, di Jamil Ahmad, L’acqua più dolce del mondo. Una narrazione tra descrizione storica, testimonianze, amori e crudeltà. Tra National Geographic e Bruce Chatwin; un racconto bellissimo che descrive territori martoriati retti ancora da codici tribali ricchi però di onore, fedeltà e amore. Una lettura che rappresenta la vita che scorre ai confini tra Afghanistan e Pakistan, luoghi pericolosi, rappresentati con una scrittura ricca di tenerezza e fascino. Ahmad racconta, in forma di romanzo, più di venti anni di storia.Territori mutevoli, instabili, in parte violenti. Narra le vicissitudini delle fragili tribù locali che vivono ai margini delle terre di confine tra guerre e mancanza di acqua. Leggende antiche e saggezze che aiutano a sopravvivere. La storia di un bambino di madre adultera che vagherà in perenne fuga: da pellegrino. L’acqua diventa il limite, i pozzi i confini, le usanze le leggi, gli otri la salvezza. Un romanzo definito “superbo”; con enfasi, commenti e apprezzamenti dalle più note testate giornalistiche del mondo.

A Papà, “un piccolo pensiero per conoscere terre lontane e paesaggi sconosciuti; per non abbandonare mai lo spirito dell’esploratore e conservarlo attraverso le parole di altri”.

Con affetto.

E per ultimo; per ascoltare l’acqua portatrice dei nostri pensieri, “il suono dei fiumi”. Una colonna sonora dedicata ai fiumi ritratti da Kristel Schneider, straordinaria fotografa olandese, appassionata di natura. L’esecuzione è di Fabrizio Paterlini, pianista famoso all’estero quasi più che in patria. Il risultato è Riverscape.