VALLE PELIGNA O VALLE DI SANTA CLARA? MICA SI PUÒ RESTARE ALL’AGLIO ROSSO …
di Luigi Liberatore – Qualche giorno fa il sindaco di Corfinio ha raggiunto l’accordo con la IGE spa per la realizzazione di un impianto per produrre
idrogeno verde. Cioè per la costruzione e la installazione di un complesso industriale, del valore di quasi cento milioni di euro, e che darà lavoro, a ciclo produttivo avviato, a un centinaio di unità lavorative. L’amministrazione comunale, peraltro guidata da un medico, Romeo Contestabile, ha dato il nulla osta
soprattutto perché si tratta di un avanzato processo industriale che si avvale di tecnologie, già sperimentate, australiane e giapponesi che in tema di rispetto dell’ambiente sanno da tempo come non far danni agli uomini e alla natura, pur procedendo sulla via del progresso più spinto. Commentando l’iniziativa, col
mio lessico ruvido che non piace agli ambientalisti di casa nostra, ho notato con piacere che uno degli esponenti di questo variegato mondo, Mario Pizzola, al quale va tutto il mio rispetto per la coerenza al suo pasticciato universo, ha riconosciuto la validità della impresa. Intanto è stato reso noto che nell’area del
Nucleo industriale di Sulmona sorgerà a breve, si dice entro la prossima primavera, un insediamento della Get-Energy, società che opera nel campo del trattamento delle materie con alto potere calorifero derivante da rifiuti, che sul piano logistico verrà a porsi tra Roma e Pescara. Un impegno da quasi quattro
milioni di euro con la presumibile occupazione di una ventina di unità tra personale tecnico specializzato e amministrativi, sostenuto dall’Arap, l’azienda regionale delle attività produttive che in pratica ha raccolto l’eredità dei vecchi consorzi per lo sviluppo industriale dell’Abruzzo. Si potrà generare in questa
maniera energia elettrica e chimica dal trattamento di trentaduemila tonnellate di rifiuti all’anno. Sono due eventi, quelli descritti, che danno la sensazione che questa benedetta Valle Peligna possa davvero ripartire su presupposti solidi e rassicuranti, anche se ho già percepito, rispetto alla iniziativa sostenuta dall’Arap, qualche dissenso tipo: “E’ un inceneritore”. Bene, e cosa ci sarebbe di strano, se pure lo sia, visto che in tutte le metropoli europee funzionano ad emissioni trascurabili e non in contrasto con la qualità della vita delle persone? Lasciatemi esprimere, con una battuta cosa io pensi di questa ripresa frenetica in Valle peligna che ha tutte le caratteristiche di una piccola Silicon Valley, della californiana Valle di Santa Clara: tutta l’area può crescere e far da traino alla ripresa industriale dell’Abruzzo a una sola condizione: che si smetta di pensare che si possa progredire soltanto con la coltivazione dell’aglio rosso.
Come al solito scrive poesie ma evita le verità e bisogni perché pensa poco, agisce meno e rimbalza tra filosofie ormai defunte.
Non informarti e fidati dei presenti amministratori e politici che così tanto ti ispirano.
bene,basta fare un piccola ricerca in rete,sui siti di riferimento pochissime informazioni,per aziende moderne,tecnologicamente avanzate e’ anomalo,insolito,quindi qualche domanda e’ d’obbligo,legittimi anche i sospetti : i soliti prenditori privati ? Tutti in cerca di finanziamenti pubblici,pnrr,ecc,inclusi titolari.soci,societa’,ecc, ,tutto molto strano ,scarse informazioni sui progetti,macchinari,tecnologie,piani di sviluppo aziendali,maestranze,responsabili ecc,soprattutto quando si cercano investitori,capitali e capitani,(storie gia’ viste e vissute) dunque, massima attenzione,accortezza,,impegno,interesse,oltretutto le coltivazioni tipo olandesi generano ricchezza,surplus economici incredibili,
naturalmente progetti validi,concreti,utili,lungimiranti con capitani (e capitali) eccellenti tutti con meriti da vendere,piu’ che pensare ci vogliono “amministratori” capaci,competenti,abili,consapevoli,oculati,previdenti,o no?
L’articolo di Luigi Liberatore è ben articolato e ne condivido l’opinione.