PERSE ALL’OTTAVO MESE IL BIMBO CHE PORTAVA IN GREMBO, CHIESTE ALTRE INDAGINI

Aveva perso la bimba che portava in grembo ma l’inchiesta che ne è scaturita si è chiusa con la richiesta di archiviazione da parte della procura. Ora la donna che ha 33 anni ed è originaria di PRATOLA Peligna ha deciso di opporsi alla decisione dell’ufficio inchieste del tribunale di Sulmona e tramite il suo legale ha  presentato una serie di richieste e di approfondimenti per stabilire se poteva essere evitata la morte della bimba che portava in grembo da ben 8 mesi. Secondo l’avvocato Vincenzo Margiotta ci sarebbero state alcune carenze investigative nella parte preliminare dell’inchiesta compresa la mancanza di una perizia redatta da un specialista in malattie infettive. La 33 enne ha chiesto al Gip di acquisire ulteriori sommarie informazioni dei medici, acquisire rapporto vaccini AIFA 2021 ed incaricare uno specialista di malattie infettive per svolgere un ulteriore perizia al fine di accertare se vi sia un legame tra il parto prematuro e la corioamniosite accertata in sede di esame necrologico sulla placenta. E ancora se con una cura antibiotica l’evento morte si sarebbe potuto evitare ed in che termini. La Procura ha chiesto l’archiviazione per i due medici indagati, sulla scorta di quanto relazionato dai periti di parte, secondo i quali il ginecologo avrebbe dato l’indicazione alla vaccinoprofilassi per la pertosse come da raccomandazione ministeriale e il medico vaccinatore avrebbe eseguito il booster come previsto dalle stesse linee guida. Per la donna le indagini non sarebbero complete dal momento che nessuno dei due periti incaricati dalla Procura risulta avere competenze specifiche in malattie infettive. Da qui l’opposizione alla richiesta di archiviazione con la richiesta di nuovi accertamenti.