LE BUGIE SONO NECESSARIE QUANDO LA VERITÀ È TROPPO DIFFICILE DA CREDERE
di Massimo Di Paolo – Possiamo presentarci in molti modi all’ospite, all’ascoltatore, al turista, allo straniero che furtivo raccoglie informazioni per decidere la meta. La Pasqua, la Giostra, i confetti, le chiese, le piazze. Un salotto buono “Sulmona nostra”. Il salotto buono d’Abruzzo diceva, con una certa prevedibilità, Luciano D’Alfonso nei momenti di benevolenza verso la Città. Altri, meno mansueti e dallo spirito critico dicono: Sulmona la città dai governi a termine. Governi a termine vuol dire tante cose. Sistemi politici fragili non polarizzati, maggioranze e opposizioni ambivalenti nelle idee, nelle contrapposizioni, nelle alleanze e nei confronti. Su banalità e poca sostanza i terreni di scontro. Una ripartizione elettorale su base amicale e parentale e non su adesione autentica di idee. Una staticità dei raggruppamenti ed una volatilità delle preferenze proporzionata al numero esponenziale dei candidati. I “padrini” che padroneggiano poteri economici ed elettorali, di posizionamento e di controllo, in grado di condizionare scelte e composizioni; ma non in grado di avere una visione utile e necessaria ad interpretare i bisogni in chiave di cittadinanza. Contorti, difesi “spada tratta e scudo al petto” per restare e comandare. Contorti in una visione a raggio stretto coincidente con gli “interessi”. Tessuto politico-sociale ed economico malfermo con una grande difficoltà a mantenere fede alle promesse, agli impegni, ai propositi elettorali. Maggioranze episodiche, di transizione verso un futuro incerto, di invecchiamento generale. Grandi preparativi, con attori che si vestono da politici navigati, in ogni fase pre-elettorale, con alleanze di convenienza, senza il collante ideologico, senza un vissuto fuori valle, senza una consapevolezza di come stanno andando le cose oltre il ponte, senza saper guardare la nostra Città con gli occhi di chi “sta fuori”. Un sacco amniotico che definisce i perimetri del nostro mondo ormai intossicato per mancanza di ricambio. Alleanze di convenienza ammantate da enfasi e ridondanze ma incapaci di governare efficacemente. La condizione di crisi politica attuale, ormai stantia e priva di energie, ripresenta copioni già visti. I programmi le mete, gli obiettivi: dichiarazioni di intenti e nulla più. Una guerra tra poveri. Navigazione a vista per orgoglio e per saccenza. Le elezioni si vincono con gli idealismi ma è necessario governare in punta di realtà. Si ricorre al fraticello d’Assisi, nel giorno della festa, per trovare forza, per rappresentare, per rintracciare il riconoscimento perduto ma anche, forse, per chiedere il cilicio per fustigarsi ed estinguere le colpe. Una catastrofe quella in corso: consultazioni mozze, prevedibili i risultati, scontati i contenuti, a tempo lungo-lunghissimo. Rilancio dell’azione amministrativa: come, con quale metodo, con quali nuovi assetti. Terza, quarta, quinta via: fantapolitica. La realtà é che abbiamo di nuovo perso tutti, inesorabilmente. Non bastano i teoremi sul commissariamento o sulle grandi opere da non perdere (quali?). Due anni passati a non decidere, a non dare assetti, a mancare di confronti, a dire bugie. Comunque vada si rischia la sopravvivenza. Un governo di salute pubblica, un ibrido a impronta civica, una sperimentazione politico-amministrativa. Tutto potrebbe essere. Ma ne siamo capaci? Ha Sulmona, la città dei governi a termine, tale cultura politica? Ha le intelligenze per tanto? Ha la forza e l’umiltà necessaria?
Il tutto parte dalle responsabilità di cui i politici ed amministratori non vogliono o devono rispettare.
Se amministratori e istituzioni non funzionano è per questo e anche perché le loro remunerazioni non rispecchiano i loro fallimenti.
Anche voi giornalisti giocate la vostra parte e non riuscite a rispettare il vostro lavoro parlare ai cittadini chiaramente, nominando persone e fatti poco chiari se non delinquenziali.
Si capisco che c’è la privacy ma tanta gente guadagna uno stipendio pagato da noi e non riescono a fare un bel niente, anzi inquinano e perdono tempo.
A proposito il Cogesa continua ad inquinare la valle Peligna e tu scrivi ancora poesie.