INCHIESTA ASL: IL TRIBUNALE DEL RIESAME ANNULLA IL PROVVEDIMENTO DI SOSPENSIONE DAL LAVORO DELLA FUNZIONARIA D’AMICO

Può tornare in servizio la funzionaria Asl nonchè ex assessore comunale di Castel Di Sangro, Michela D’Amico, indagata nell’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila sull’appalto dell’azienda sanitaria “cucito su misura”. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame dell’Aquila che ha accolto il ricorso della D’Amico, ordinando l’immediata cessazione della misura interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficiale o servizio. Secondo i giudici aquilani risultano insussistenti sia i gravi indizi di colpevolezza che le esigenze cautelari. “Va infatti considerato che i fatti contestati ricorrono ad oltre un anno fa e nel lasso di tempo intercorso non sono emerse circostanze di rilievo volte a provare il perdurante coinvolgimento della D’Amico in procedure ad evidenza pubblica”- scrive il Riesame ricordando che la stessa è attualmente in ferie, prossima al pensionamento e non ha ruoli di rilievo in altre gare pubbliche. La D’Amico è stata assistita dall’avvocato, Massimo Bevere, del foro di Roma. L’inchiesta della Procura riguarda la gara indetta nel 2022, a evidenza pubblica europea, con la finalità di approvvigionare apparecchiature mediche destinate a un presidio chirurgico dell’azienda sanitaria aquilana che, nella vicenda, si stabilisce come parte offesa del reato. Più nel dettaglio, i responsabili del procedimento del lotto di gara investigato, anche attraverso false attestazioni, avrebbero fissato i requisiti tecnici tali da condizionare la scelta del contraente da parte della Pubblica Amministrazione, verso un unico operatore economico. “In merito all’appello personale  proposto dall’avvocato  Massimo Bevere deI Foro di Roma nell’interesse della dott.ssa Michela D’Amico”, fanno sapere i legali della funzionaria, “il Tribunale del Riesame ha demolito il castello accusatorio costruito dalla Procura di L’Aquila contro la  D’Amico. Ritenuti insussistenti i gravi indizi di colpevolezza che avevano fondato l’ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva nei confronti della funzionaria ASL. Secondo il Tribunale del Riesame, tra gli elementi addotti dal Pubblico Ministero nella sua richiesta, non ve ne sarebbe nemmeno uno idoneo a provare responsabilità in capo alla D’Amico per le ipotesi di reato provvisoriamente contestate”.