POLIZIOTTI TORNATI AL LAVORO, BERARDUCCI: “MAI VENUTI MENO AI DOVERI”
Sono tornati al lavoro i dieci poliziotti della sottosezione della polizia stradale di Pratola Peligna che erano stati sospesi dal servizio, con ordinanza del gip del tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, perché coinvolti nella maxi inchiesta della Procura di Sulmona sui “furbetti della divisa”. Per loro sono stati giorni difficili da affrontare, fino a quando il tribunale del Riesame dell’Aquila, giorni fa ha deciso per tutti l’annullamento del provvedimento di sospensione. “Torniamo a svolgere con onestà e serietà il nostro lavoro, al servizio del cittadino e della collettività con la massima abnegazione, come abbiamo sempre fatto”, afferma Pasquale Berarducci, che è anche sindaco di Rocca Pia, che tornato al lavoro lo scorso 19 settembre, parla anche a nome degli altri colleghi che si erano visti togliere il distintivo. Adesso hanno potuto tutti riprendere il servizio, dopo oltre un mese di sospensione. Si tratta, oltre a Berarducci, di Paolo Di Loreto, Alessio Imperatore, Gianni Ranieri, Angelo Tarola, Alfonso Bartoli, Beniamino Del Rosso, Luca Madonna, Franco Perna e Dino Petrella. Gli avvocati dei dieci agenti sono riusciti a far valere le loro ragioni e a far ribaltare la decisione del gip, poiché i giudici del Riesame hanno ritenuto troppo generica l’ordinanza impugnata in riferimento alla specificità delle condotte contestate. I legali ritengono che attorno a questa vicenda ci sia stato troppo clamore prima ancora del processo e che “sia stato gettato fango su persone”, in questo caso agenti della Stradale, “vittime di un’ingiusta interdizione dal servizio”. Proprio per questo, le organizzazioni sindacali della Polizia non hanno mai fatto mancare vicinanza e solidarietà ai colleghi e ai loro familiari sostenendo che “prima di dare giudizi, sia giusto e corretto accertare definitivamente i fatti e le singole posizioni degli agenti”. “Non siamo mai venuti meno ai nostri doveri”, aggiunge Berarducci, “svolgendo sempre con serietà tutti gli obblighi lavorativi”. Complessivamente le persone coinvolte nell’inchiesta sono diciannove. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione di atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. In tre anni d’indagine, dal 2019 al 2022, svolte tramite intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere, sarebbe emerso che i poliziotti avrebbero abbandonato il posto di lavoro per dormire in auto o intrattenersi in alcuni esercizi commerciali. Tre di loro, sempre secondo l’accusa, avrebbero persino rubato beni di poco valore in una stazione di servizio. Altri sono invece accusati di aver utilizzato l’auto della polizia per fini privati, di non aver svolto i rilievi in un incidente stradale e di non aver prestato soccorso a un automobilista alla guida di un veicolo in panne.
Siamo contenti che la verità stia venendo a galla. Un abbraccio forte alle famiglie, tenete duro la verità trionferà.
Il Tribunale del Riesame si è espresso soltanto sul fatto che il G.I.P. ha emesso un provvedimento cumulativo ovvero non ha specificato a chi andava attribuito cosa. Nulla ha eccepito, il Tribunale adito, sui fatti reato. Quindi, è ancora tutto da vedere. Non sarei così soddisfatto. “Mai venuto meno ai miei doveri” è una parolone a cui crede anche chi l’ha detto.
e allora inchiniamoci a questi onesti poliziotti..e ripensiamo come sempre.. : ma come fanno le indigini questi signori della PROCURA? tutto un bluff…
chiudete sto Tribunale…che è meglio, per i tanti cittadini onesti…che nn ne possono piu…di leggere ste cose…tanto clamore…poi tutti fuori.,tutti innocenti,..ma che Giustizia è?
Tre anni di indagini, e sono tutti innocenti, a quando l’incriminazione per chi ha svolto le indagini?
Fate ridere. E voi a cui è venuta evidentemente in soccorso una divina provvidenza, fate un favore, almeno tacete!