RILIEVI SISMICI SBAGLIATI, IL PROCURATORE BELLELLI FINISCE SOTTO INCHIESTA
Per il Pm non ci fu alcuna omissione d’atti d’ufficio mentre per il querelante le indagini furono del tutto inesistenti. Finisce sul tavolo del Tribunale di Campobasso la vicenda dei rilievi sismici non autorizzati eseguiti a Sulmona. Il giudice per le indagini preliminari, Roberta D’Onofrio, ha fissato per il prossimo 28 settembre l’udienza che vede indagato l’ex Procuratore Capo della Repubblica di Sulmona, Giuseppe Bellelli. La trasmissione degli atti a Campobasso si è resa necessaria dopo la denuncia di un sulmonese, proprietario del terreno dove furono eseguiti i rilievi sismici, che ha contestato al magistrato, ora al comando della Procura di Pescara, l’omissione d’atti ufficio. I fatti risalgono al 18 febbraio 2021 quando il legale rappresentante di un’azienda di ripristino ambientale si era recato nella sede legale per ritirare la corrispondenza e aveva trovato il lucchetto completamente a terra e tagliato. Nella sua proprietà vi erano due camion e più soggetti intenti a trivellare il terreno, i quali dichiaravano di aver iniziato i lavori il giorno precedente per conto di un’impresa di Fossa, disposti dal Comune, al fine di eseguire indagini geotecniche, mediante carotaggi, finalizzate alla microzonazione sismica. Operazione finanziata dalla Protezione Civile. Tuttavia nessuna indagine era stata autorizzata dal querelante. Sostanzialmente i rilievi erano stati eseguiti sul terreno sbagliato. Da qui l’intervento dei Carabinieri che avevano proceduto all’identificazione dei presenti. L’ex Procuratore Capo, Giuseppe Bellelli, chiese l’archiviazione del procedimento al Gip perchè gli autori del fatto erano rimasti ignoti, nonostante i verbali di sommarie informazioni depositati dai Carabinieri. Il giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli, ordinò accertamenti suppletivi nonchè l’acquisizione degli stessi. Da qui la seconda fase dell’inchiesta che ha portato il Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, ad iscrivere sul registro degli indagati cinque persone di cui due finite a processo e per altre tre è stata fissata l’udienza dopo l’opposizione alla richiesta di archiviazione. Secondo il proprietario del terreno, assistito dall’avvocato, Cristiano Buzzelli, il magistrato, letti i verbali di identificazione dei Carabinieri aveva già il necessario, ma avrebbe consapevolmente rifiutato di agire negando “autori” conclamati del fatto. “Sufficiente il dolo generico, irrilevante il fine specifico dell’autore della condotta omissiva”- scrive Buzzelli nell’opposizione alla richiesta di archiviazione depositata dal Pm di Campobasso, secondo il quale “se può condividersi la perplessità in ordine ad indagini che appaiono per certi versi lacunose, la giurisprudenza ha chiarito tale ipotesi di reato (omissione atti d’ufficio, ndr) non sanzioni una generica negligenza ma un rifiuto consapevole. Rispetto a tale impostazione non vi è alcun elemento in tal senso”. La palla passa ora al Gip del Tribunale di Campobasso mentre il querelante ha chiesto, nel frattempo, l’avocazione del fascicolo. (ANSA)