IL DIRITTO DI POTER MORIRE: UNA RISCOSSA CIVILE
di Massimo di Paolo – Quando avvengono fatti importanti, che rivoluzionano le consuetudini e destabilizzano le normali credenze, i processi di rimozione, di camuffamento o di mascheramento, entrano in atto per contenere il passa parola, bloccare la conoscenza, mantenere il cittadino in uno stato di disinformazione. È una questione politica. Quando occorre decidere attraverso una presa di posizione importante ma di parte, i partiti preferiscono tacere, i leader farfugliano. Gli eco di ritorno sono come ruggiti da coniglio. Una volta che una scelta è stata fatta, una legge emanata, una iniziativa andata a buon fine, tutti cercano di salire sul carro del vincitore, tutti cercano di appropriarsene santificando il silenzio prima e il battito di mani dopo.
In Abruzzo per la prima volta verrà discussa, si spera entro i normali tempi dell’iter legislativo, una proposta di legge di iniziativa popolare che dovrebbe portare alla formulazione di unprotocollo che regoli il “suicidio medicalmente assistito”
“La Legge del fine vita” è stata dichiarata ammissibile dal Collegio di garanzia statutaria della Regione Abruzzo, il 14 settembre ultimo scorso. Vuol dire che la norma non confligge con il dettato costituzionale e con lo Statuto regionale.
La presentazione è stata promossa attraverso una raccolta firme attuata dall’Associazione Luca Coscioni. “Liberi Subito” la proposta di legge popolare; 8119 le firme raccolte che hanno, di fatto, reso visibile una problematica complessa, idonea per essere affrontata con un approccio legislativo e regolatorio. La norma stabilirà tempi e procedure certe per chi, affetto da gravi ed invalidanti patologie, richiederà la valutazione dei requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
Non è avvenuta una cosa semplice o banale in Abruzzo. Sembra quasi che si possa aprire una sorta di riscossa civile in una terra ormai risucchiata da una condizione di impoverimento diffuso e da sistemi di lobby che frenano lo sviluppo, bloccano il cambiamento e governano le istituzioni. Al di là della importanza etica, scientifica, sociale, umanitaria che si rintracciano dietro l’accettazione e le scelte che regolano la “fine vita”; si apre per la prima volta un osservatorio su come la volontà popolare possa agire sull’orientamento e sulla politica dei bisogni. Un civismo politico che va ad intercedere su dimensioni funzionali apicali di un governo regionale. Non è cosa di poco conto. Le Scuole della regione, tutte e non solo alcune, dovrebbero portare i fatti avvenuti sui banchi degli alunni per analizzarne e studiare, passo passo, gli avvenimenti, i significati, la storia; intersecando i valori che una legge sul “fine vita” veicola e i processi democratici innescati da una raccolta firme che ha, di fatto, sopperito al silenzio e al disimpegno dei partiti e della politica. Uno spaccato di Italia tra povertà e opportunità democratica; tra dolore e marginalizzazione; tra dimensioni individuali e collettive; tra dettato costituzionale e processi di sabotaggio culturale.
Una grande opportunità, un momento straordinario di vissutocivico e di Educazione Civica in atto. La terra abruzzese come contesto di riferimento, con i suoi valori e con le sue arretratezze.Un risultato significativo. Una grande opportunità; un alzare la testa per prendere coscienza che certe cose si possono fare,possono avvenire; per risentire gli animi vivi in grado di coesistere, contaminarsi, tornare ad avere una possibilità per il proprio destino. Una, cento, mille proposte di legge di iniziativa popolare. La prima, per l’Abruzzo, la si deve all’aiuto che le sofferenze di molti cittadini, malati gravi, ci hanno dato e “alla faccia” degli ottomila e più che hanno firmato diventando promotori di una legge di civiltà, di uguaglianza, di rispetto, di aiuto, di solidarietà, di responsabilità. “Liberi Subito” per rendereun cittadino libero fino alla fine. Con la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale l’aiuto medico per una morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito” in Italia è possibile. Il sistema sanitario, non garantisce equità e tempi “accettabili” neppure dinanzi a sofferenze significative e fortemente invalidanti di persone pienamente capaci di prendere decisioni. Le Regioni possono legiferare sul tema del “fine vita” rendendo certi tempi e procedure per chiedere l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
L’Abruzzo ha una grande occasione di esperienza democratica e popolare; si spera di trovare una trasversalità totale tra gruppi consiliari e rappresentanze politiche; si spera che dopo la presentazione e il dibattito, il Consiglio Regionale sia compatto, nobile negli intenti e nelle visioni, che possa condividere, in un’assise totalmente civica, i valori profondi che reggono la legge del fine vita.
Si spera che chi non riuscirà a domare il barbaro e cinico istinto alla strumentalizzazione, al porre distinguo e vili freni ostativi,taccia a capo chino.
Complimenti
Complimenti
Complimenti finalmente la dignità di ognuno potrà essere rispettata fino alla fine evitando inutili sofferenze
È un esercizio inutile poiché il Cogesa ha e sta’ avvelenando l’ambiente e i cittadini e ci vorrà molto di più prima del suicidio assistito !!
Prevenire è meglio di subire sotto tutti i punti di vista, ma non vedo come i presenti legislatori possano intervenire quando non riescono a sistemare presenti situazioni ormai compromesse e eclatanti.