ADDIO COMPAGNO DEL SIGNORE, IO NON DOVRÒ FARE MEA CULPA!

di Luigi Liberatore – Mi aveva telefonato qualche settimana fa dicendomi di intervenire a favore del reparto di ematologia dell’ospedale di Sulmona che non riusciva più a curare i suoi malati, costringendo i pazienti a dirigersi verso altri presidii regionali. Chi ha la leucemia addosso sa cosa significhi, e lui la portava con sé non riuscendo a capire come mai l’ospedale di Sulmona rigettava gli ospiti per mancanza di medici, costringendo lui stesso, come gli altri, a rivolgersi magari a Pescara o ad Avezzano. Lascio a chi legge una riflessione sui sacrifici e sul dolore aggiuntivo per quei malati. Aveva chiamato me affinchél sollecitassi col mio intervento qualche coscienza all’interno della ASL, assegnandomi un potere che non possiedo, pensando forse di assegnare a un mio scritto facoltà risolutive del problema, ritenendomi amico sincero. E io lo sono, sono stato suo amico sebbene da militante democristiano senza né frecce né faretra, lontano politicamente dal comunista Michele Del Signore, morto ieri a Sulmona, che di quella città è stato amministratore rigoroso e soprattutto appassionato. Non so cosa sia successo davvero al reparto di ematologia di Sulmona, se abbia ripreso a funzionare come un tempo, oppure sia ancora alle prese con inestricabili problemi medico-amministrativi. Ho reso pubblica, a seguito della sua telefonata, la crisi che veniva registrata dai malati di leucemia a Sulmona sapendo tuttavia quanto fosse ininfluente la mia denuncia giornalistica, e riferendogli a voce questi miei dubbi. Sapete che mi rispose? : un tuo intervento è utile per tutti noi. Ho l’impressione che a Michele Del Signore, il quale è stato un amministratore di Sulmona attento soprattutto ai bisogni della gente per cui si è battuto da consigliere comunale e da assessore alla cultura con la passione del comunista ingenuo e generoso, sia stata riservata una cattiva considerazione. Alla fine si è rivolto ad un ex democristiano come me per una battaglia che non riguardava lui, o solo lui, ma una interminabile fila di sofferenti. Ho saputo che in quanto a condoglianze sia stato sommerso da messaggi provenienti da ogni parte. Bene. Mi fa piacere che alla fine siano in tanti ad essersi ricordati di lui, tuttavia provo disappunto che mai nessuno abbia raccolto prima il suo grido di aiuto. Io, caro Michele, ti dico addio da amico e da avversario: non ho motivi per fare mea culpa.

3 thoughts on “ADDIO COMPAGNO DEL SIGNORE, IO NON DOVRÒ FARE MEA CULPA!

  • Di tanti messaggi di cordoglio che ho letto, il suo è il più semplice, accorato e veritiero.
    Questa volta Signor Luigi, chapeau.

  • La tua colpa è che ancora non hai capito che la discarica Cogesa avvelena Ambiente e i suoi cittadini e che hai il dovere almeno di denunciare e nominare chi nonostante avvisi di garanzia e importanti indagini di tutte le istituzioni, non abbiano fatto un bel niente anzi ignorato gli scempi.
    Persino gli studi sul cancro nella valle Peligna sono bloccate o ignorate !!!!
    C’è forse la forza oscura della mafia ?
    O è solo un caso di inettitudine e vilipendio ??
    Comunque stia andando ( peggio di così non si può)
    Datti da fare .

    1
    3
    • Pollice verso solo perché, chi fa sua una battaglia, tanto da rompere le sopra ogni cazz di articolo o tema, dovrebbe poi averle quelle per esporsi in prima persona senza nascondersi, senza incitare altri a che provino al suo posto a togliere le castagne dal fuoco. Uomo o donna tu sia, sei un pavido un insulso polemico, un quaqquaraquà, statt zitt!

I commenti sono chiusi