LO CHEF STELLATO ROMITO “VOLA” IN AUTOSTRADA COME IL PREZZO DEL CARBURANTE

di Luigi Liberatore – Bistrattato, maltrattato se non umiliato. Solo e soprattutto dai suoi colleghi stellati e in particolar modo dal Gambero Rosso, una specie di accamedia della Crusca (ma come ci capita bene la crusca in questa vicenda) nel campo della multimedialità della cucina italiana, che secondo la mia opinione possiede le credenziali dell’UNESCO nell’assegnare al patrimonio universale tutte le sciocchezze del mondo. Il Gambero rosso da’ le stelle ai cuochi e ai ristoranti d’Italia, e tutti a pendere dalle espressioni di quel catalogo quasi fosse la bibbia di cucine e cucinieri, come spesso ci lasciamo sedurre da una iniziativa dell’ UNESCO… che afferma essere patrimonio della umanità, tra le tante scemenze finora scovate, uno stivale appartenente ad un pescatore del Piave. Niko Romito ha trascorso una estate pericolosa, sul filo di attacchi mediatici difficilmente parabili,  non tanto per le incursioni pericolose del Gambero rosso che ha dato valutazioni negative su alcuni suoi ristoranti posti tra la Lombardia, il Lazio e l’Abruzzo, quanto per i giudizi espressi sui suoi locali, e le portate servite ai clienti, da suoi colleghi stellati. Gambero Rosso e UNESCO per me pari sono, nel senso che non esprimono  nulla di serio e per cui dico a Niko Romito di non riflettere più di tanto sulle loro iniziative estemporanee, ma di badare a sé stesso. Di badare a ciò che dice e abbia detto Vissani, soprattutto, il quale ha affermato urbi et orbi che ha mangiato male da Niko Romito sia a Milano, sia a Roma che a Castel di Sangro. Io non ho stima di questo mondo e di questi signori che coi loro piatti e le loro padelle abbiano la presunzione di riassumere i sensi del genere umano in una tavolata. Niko Romito, ancorché bravo e fantasioso, non possiede il requisito della ubiquita’, senonché dico che sia generoso nei confronti dei suoi migliori collaboratori culinari e li esalti anche economicamente in ogni fornello e in ogni parte del mondo per trasmettere le sue qualità. Sicché qualsiasi commensale abbia la sensazione di potersi rapportare coi suoi piatti. E non con suoi allievi, inesperti, e magari dozzinali in cucina come in sala perché  demotivati, sottopagati se non stressati.  Lo hanno attaccato, suppongo motivatamente. Lui ha risposto con intelligenza, prendendo sotto la sua “ala”, dopo aver ammaliato Bulgari, il colosso Eni sulle autostrade. Mi sembra di ricordare uno spot favoloso collegato all’Eni”: supercortemaggiore, la potente benzina italiana. Ci siamo. Niko Romito, tuttavia, dimostri di essere bravo soprattutto come cuoco ma di non pensare che possa tenere il ritmo del prezzo della benzina perché l’automobilista potrà essere costretto a fare il pieno per necessità, ma non a fermarsi sui suoi tavoli se le vivande non  sappiano di buono.