FEMMINICIDIO DI ILARIA MAIORANO, FISSATA L’UDIENZA PRELIMINARE
È accusato di aver ucciso la moglie, Ilaria Maiorano, originaria di Introdacqua, massacrata di botte al culmine di una lite per gelosia. Il 20 settembre prossimo comparirà davanti al gup Alberto Pallucchini Tarik El Ghaddassi, 42 anni, di origine tunisina. Una udienza preliminare dove si deciderà se rinviarlo a giudizio per la morte della donna, 41enne, o meno. In caso di processo l’uomo rischia l’ergastolo per una serie di aggravanti, anche quella della crudeltà. La procura aveva chiuso le indagini del delitto di Padiglione a fine giugno e ora ha chiesto il rinvio a giudizio. L’uomo è assistito dall’avvocato Domenico Biasco.
Per l’accusa avrebbe inferto molti colpi sul corpo della moglie lasciandola in agonia per sei ore prima che spirasse. Il delitto si è consumato l’11 ottobre scorso. La donna era stata trovata morta nell’abitazione di Padiglione, in un lago di sangue, dove viveva con il marito e le le loro due bambine di 5 e 8 anni. Per il delitto era stato subito accusato il coniuge, finito in carcere, a Montacuto, dove si trova anche adesso. Nell’atto di chiusura indagini la posizione dell’indagato si è complicata. Per Tarik l’accusa è di omicidio volontario pluriaggravato.
La pm Valentina D’Agostino contesta oltre alla crudeltà, i futili motivi, i maltrattamenti, la presenza delle figlie minorenni in casa quando avrebbe ucciso la moglie e quella di aver commesso il fatto durante l’esecuzione di una pena visto che era agli arresti domiciliari per altra causa. Stando agli accertamenti di indagine l’orario del decesso di Maiorano è stato calcolato tra le 3 e le 6 dell’11 ottobre. Quando arrivarono i soccorsi sanitari in casa della coppia, sulla via Montefanese, dopo la richiesta partita da una parente, era già tardi perché erano le 10 passate. Ai carabinieri il tunisino aveva detto di aver avuto un litigio la sera prima e che la moglie era caduta dalle scale ma che poi si era rialzata ed era andata a dormire nella camera delle bambine. Al mattino lui era uscito presto per lavoro. Mentre aspettava un collega non aveva visto la moglie portare le figlie a scuola così era tornato a casa trovando la moglie morta. La versione delle scale però non convince la procura che nell’atto di chiusura indagini già notificato parla di percosse violente date alla moglie per motivi di gelosia «in modo reiterato, con pugni e schiaffi» utilizzando anche una sedia e un pezzo di legno. L’avrebbe picchiata nella stanza occupata dalle figlie e con le bambine presenti, poi anche in altre zone dell’abitazione. Diverse le lesioni riportate, al cranio, al viso, alle braccia, alle gambe, alle mani. Tre costole rotte e frattura del naso. Maiorano ha avuto anche un choc emorragico. Per le bambine è stato nominato un curatore speciale, l’avvocato Arianna Benni che le rappresenta legalmente e un avvocato per tutelarle nel procedimento a carico del padre, l’avvocato Giulia Marinelli. Le bambine si costituiranno parte civile. La difesa di Tarik attende le fasi di un eventuale processo per dimostrare l’innocenza del suo assistito.