LOTTA PER L’EREDITÀ DI UN’ANZIANA, SI ACCENDE LA BATTAGLIA TRA DUE FAMIGLIE DI PRATOLA

Circonvenzione d’incapace e lotta per intascare l’eredità: è iniziata ieri la battaglia legale tra le due famiglie di Pratola che si stanno contendendo il sostanzioso  bottino tra beni immobili e contante ancora in possesso di una 90enne del paese. Inchiesta civile e inchiesta penale che continuano a intrecciarsi così come è accaduto nell’udienza di ieri dove doveva essere nominata l’amministratrice di sostegno per l’anziana e che invece, si è conclusa con un rinvio da parte del giudice per decidere se ammettere o meno in giudizio la costituzione di due nipoti della donna che risultano indagate nel procedimento penale insieme ad altre tre persone. Nipoti che contestano la nomina ad amministratrice di sostegno della vicina di casa. Inoltre il giudice ha deciso di andare a verificare di persona, insieme al pubblico ministero, con un sopralluogo a casa della 90 enne di Pratola Peligna,  le condizioni di salute dell’anziana e la salubrità degli ambienti in cui vive. Attualmente l’anziana viene assistita da una vicina di casa che si occupa di tutto, di curare la donna, di fare la spesa e di cucinarle. “Ci siamo  opposti alla costituzione in processo delle due nipoti perché sono affini di terzo grado e non possono partecipare a questa causa perché la norma lo consente solo ai parenti di primo e secondo grado”, spiega  il legale del fratello dell’anziana, Alberto Paolini. Una mossa chiaramente messa in atto dal legale delle due nipoti, l’avvocato Luca Tirabassi, per contestare la nomina come amministratore di sostegno della vicina di casa la cui figlia è una delle parti in causa. Il giudice si è riservato sull’ammissione in giudizio delle due nipoti. La vicenda giudiziaria è partita a seguito di un esposto-denuncia della figlia 38enne della vicina di casa, in qualità di presunta erede universale, nominata con atto notarile dall’anziana nell’ottobre del 2021. Secondo le accuse contenute nella denuncia, la 90enne sarebbe stata circuita da cinque persone tra nipoti e parenti di quest’ultimi, i quali una volta venuti a conoscenza dei consistenti risparmi della zia depositati in un istituto di credito dove lavora uno degli indagati, sarebbero riusciti ad incassare gli oltre 450 mila euro della parente. Da qui la denuncia che ha fatto partire le indagini con  la Procura della Repubblica che ha iscritto cinque persone sul registro degli indagati ipotizzando il reato di circonvenzione d’incapace. Il prossimo 14 settembre riprenderà anche la vicenda penale con la nomina di un nuovo perito che dovrà analizzare tutte le carte e la documentazione sulla vicenda. Nel frattempo la 38enne dichiarata erede universale, assistita dall’avvocato Enzo Margiotta,  ha integrato la sua denuncia chiedendo alla procura di indagare anche sul comportamento dell’istituto di credito dove erano stati trasferiti i risparmi prelevati poi dai nipoti, per accertare l’ipotesi di omissione di controllo da parte della banca. Stessa cosa si appresterebbe a fare il fratello della 90enne che è il parente più prossimo della donna e quindi, secondo la legge, il soggetto giuridico con più diritti verso il patrimonio della donna. Le altre posizioni sono tutte da verificare, compresa quella della presunta erede universale.