SCAVO COMUNALE NON AUTORIZZATO: IL PM CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER TRE, MA SI VA DAVANTI AL GIUDICE

Avevano eseguito uno scavo nella frazione Marane, per le indagini di microzonazione sismica disposta, senza però l’autorizzazione del proprietario della cava. Per questo motivo sono finite sotto inchiesta cinque persone: Riccardo Rucci, 49 anni dipendente comunale, Alessandro Taddei 37 anni dell’Aquila, Enzo Cerone 55 anni di Pescina, Marcello Soricone 45 anni di Pescina e Gheorghita Ghinea, romeno di 35 anni, residente a Lecce dei Marsi. Ora il pm ha chiesto l’archiviazione per tre di loro, il capocantiere e due operai della ditta di Fossa che stava eseguendo lo scavo, ma il querelante si oppone, sarà pertanto il gip del tribunale di Sulmona ad entrare nel merito della vicenda e fissare l’udienza. I fatti risalgono al 18 febbraio 2021 quando il legale rappresentante di un’azienda di ripristino ambientale aveva trovato il lucchetto a terra e tagliato. Il cancello era aperto e all’interno vi erano due camion e più soggetti intenti a trivellare il terreno, i quali dichiaravano di aver iniziato i lavori il giorno precedente, disposti dal Comune, e finanziati dalla Protezione Civile. Da qui l’intervento dei carabinieri. Rassicurato sul fatto che la cava sarebbe stata liberata, l’imprenditore nel pomeriggio constatò ancora la presenza di mezzi e la chiusura del cancello con nuovo lucchetto. Gli occupanti si erano giustificati spiegando che il sito aveva uno scavo di profondità notevole e che per un mero errore c’era stato uno “scambio di persona”. Nel senso che era stato indicato ai presenti un altro proprietario che aveva fornito un primo informale assenso. All’ingegnere dell’impresa e al dipendente comunale viene contestato il danneggiamento aggravato, mentre al capocantiere e agli operai la violenza privata per aver impedito l’accesso della persona offesa nel suo terreno.